Covid, in arrivo un Protocollo de Ministero della salute per la cura domiciliare dei soggetti positivi con sintomi ma che non necessitano del ricovero.
Covid, le indicazioni per la cura domiciliare. Il Ministero della Salute lavora al Protocollo con le indicazioni terapeutiche per le cure a casa dei soggetti positivi al nuovo coronavirus, ossia delle persone contagiate per le quali non si rende necessario il ricovero ospedaliero. Il protocollo è ovviamente destinato ai medici di base. In attesa che emergano le indicazioni contenute nel documento, possiamo riassumere le informazioni certe che abbiamo a disposizione dopo mesi di lotta al coronavirus.
La cura sbagliata
Di fronte al contagio è sconsigliato procedere con le cure fai-da-te, che spesso si rivelano sbagliate se non addirittura rischiose per la salute del soggetto. In caso di sospetto contagio il soggetto deve rivolgersi al proprio medico curante che indicherà la via terapeutica da seguire. Detto ciò, in caso di febbre con temperatura superiore ai 38,5 gradi è possibile intervenire con il paracetamolo, consigliato anche in caso di mal di testa o dolori muscolari.
Il saturimetro
È bene munirsi di saturimetro, lo strumento che consente di misurare la saturazione di ossigeno, un dato importantissimo da tenere sotto controllo in caso di contagio. In pazienti non malati il valore oscilla tra il 96 e il 98%. È bene procedere con la misurazione a riposo e dopo una breve camminata. Se le due misurazioni danno lo stesso risultato, allora possiamo essere tendenzialmente certi del buon funzionamento dei polmoni. Nel caso in cui il valore alla seconda misurazione, quella dopo il test della camminata, scenda sotto il 93%, allora il medico potrebbe suggerire esami specialistici.
Covid, la cura con il cortisone
La tendenza è quella di riservare la cura con il cortisone ai pazienti con gravi difficoltà respiratorie che quindi sono costretti al ricovero ospedaliero. Di norma il cortisone non rientra quindi nell’ambito della cura domiciliare contro il Covid. Il cortisone quindi non deve essere la prima soluzione per abbassare la febbre, anche perché potrebbe avere effetti collaterali in caso di contagio, anche perché, secondo le evidenze scientifiche, potrebbe agevolare la replicazione del virus.
Covid, la cura domiciliare
Avendo escluso e sconsigliato in prima battuta il ricorso a cura fai-da-te ed avendo indicato alcune linee guida emergenziali (in caso di febbre, dolori muscolari e mal di testa meglio il paracetamolo del cortisone), la miglior cura domiciliare è quella concordata con il proprio medico curante, che conosce il quadro clinico e lo storico di ogni paziente.
“Paracetamolo per i sintomi febbrili, gli antinfiammatori se il quadro clinico del paziente Covid inizia ad aggravarsi, cortisone solo in emergenza per evitare di aggredire il sistema immunitario del malato. Nessun antireumatico, né antibiotici. Eparina per le persone che hanno difficoltà a muoversi”, recita la bozza del Protocollo come riferito dall’ANSA.
Le indicazioni dell’ISS
L’Istituto Superiore di Sanità, sul proprio sito internet, ricorda che al momento “Non esistono trattamenti specifici per le infezioni causate dai coronavirus e non sono disponibili, al momento, vaccini per proteggersi dal virus“.
Inoltre “Riguardo il nuovo coronavirus SARS-CoV-2, non esistono al momento terapie specifiche“. Quindi di fatto “vengono curati i sintomi della malattia (così detta terapia di supporto) in modo da favorire la guarigione, ad esempio fornendo supporto respiratorio“.
L’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) però “fornisce […] informazioni sui farmaci utilizzati al di fuori delle sperimentazioni cliniche, come quelli commercializzati per altre indicazioni che vengono resi disponibili ai pazienti, pur in assenza di indicazione terapeutica specifica per il COVID-19, sulla base di evidenze scientifiche spesso piuttosto limitate“.
Per maggiori informazioni consultare la pagina dedicata alla prevenzione e al trattamento sul sito dell’ISS.