Covid, in Cina dimezzata la capienza nei ristoranti

Covid, in Cina dimezzata la capienza nei ristoranti

Il nuovo rialzo dei contagi hanno spinto le autorità di molte città della Cina ad adottare nuove restrizioni sociali.

Anche in Cina sono in aumento il numero dei contagi, anche se non in maniera eccessivamente preoccupante. Eppure le autorità di molte città hanno deciso di riproporre nuove politiche restrittive che obbligheranno i locali al chiuso a dimezzare la loro capienza, e quindi anche i propri utili. La decisione ha infiammato la rabbia dei lavoratori che sono scesi nelle piazze a protestare.

ristorante elegante

Il rialzo dei contagi

Nuova ondata di contagi in Cina e ritorna l’adozione di restrizioni che suscitano polemiche nei ristoratori di molte città. Oggi la Commissione sanitaria nazionale ha comunicato 39.791 casi rilevati, di cui 36.082 sono asintomatici. Sui casi rilevati su base nazionale, si registra una incidenza maggiore in aree come Canton, Pechino o Chongqing.

In tutto il Paese ci sono oltre 320mila le persone isolate sotto osservazione medica, anche se i numero non sono eccessivamente alti rispetto ad alcuni Paesi europei. Nonostante ciò, le autorità hanno imposto ancora una volta delle restrizioni data la politica del contagio zero perseguita dal governo di Pechino.

Shenzhen, capienza al 50%

A Shenzhen le autorità hanno dichiarato che limiteranno al 50% la capienza dei ristoranti e di altri locali al chiuso, per prevenire la nuova crescita dei contagi da Covid. Inoltre, chi fa ingresso nella città non potrà entrare in luoghi come teatri e palestre per i primi tre giorni della loro permanenza. 

La decisione delle nuove restrizioni hanno scatenato però manifestazioni di dissenso in alcune città. La folla è scesa in piazza a Urumqi per protestare contro il ritardo dei soccorsi per l’incendio di giovedì in cui hanno perso la vita 10 persone, che potrebbe essere legato alle politiche restrittive anti Covid. A risentire dei nuovi blocchi alla circolazione sono le principali società industriali, i cui utili sono diminuiti del 3% su base annua tra gennaio e ottobre.