Covid, in Cina la situazione sanitaria peggiora

Covid, in Cina la situazione sanitaria peggiora

Secondo l’Oms la fine della pandemia è vicina, ma la situazione sanitaria in Cina si presenta più grave di quanto viene detto.

Sembra difficile non correlare il peggioramento della situazione sanitaria in Cina con la decisione di allentare le restrizioni della politica Zero-Covid. Nonostante tutto, le autorità continuano a diffondere dati palesemente poco veritieri, dal momento che le file nelle farmacie sono interminabili e i decessi aumentano a dismisura da non aver spazio nemmeno nei crematori.

Ospedale

La situazione sanitaria in Cina viene definita meno grave di quanto in realtà non sia. Sarà per non creare allarmismo, ma i dati diffusi sui casi di Covid e le loro conseguenze non sono conformi a ciò che sta realmente accadendo. Le farmacie sono sempre più piene ma carenti di medicinali, gli ospedali aumentano ogni giorno la loro capienza e aumentano anche i decessi.

Non c’è più spazio per i corpi nei crematori

Le autorità di Pechino annunciano che oggi i morti da Covid sono “solo cinque”. Eppure i crematori delle città di Chongqing e di Guangzhou sono arrivati alla massima capienza nei crematori. Non c’è più spazio per conservare i corpi e molte salme sono state lasciate insepolte per diversi giorni. “Il numero di corpi raccolti negli ultimi giorni è molte volte superiore rispetto al passato”, ha detto all’Afp un operaio del crematorio di Chongqing.

Il governo cinese ha deciso che solo i decessi per insufficienza respiratoria causata dal virus saranno conteggiati nelle statistiche di morte Covid. “Attualmente, dopo l’infezione con la variante Omicron, la principale causa di morte rimane la malattia di base”, ha dichiarato Wang Guiqiang del Peking University First Hospital.

Le previsioni future

Dopo l’abbandono della politica “Zero-Covid” che finora ha mantenuto le infezioni e i decessi relativamente bassi, la Cina prospetta un inverno protagonista di ben tre ondate di Coronavirus. Alla fine delle restrizioni si aggiungono l’arrivo delle festività e l’inizio delle ferie, fattori predominanti per un futuro disastroso.

A settembre l’Oms aveva affermato che “si intravede la fine della pandemia” e le previsioni non sembrano essere cambiate, con un buon auspicio per il termine dell’emergenza nel 2023. La situazione in Cina rischia però di far rallentare tutte le speranze positive, ora che il virus si starebbe diffondendo a livello nazionale tanto da poter mutare in una nuova pericolosa variante.