Covid, Iss: “Epidemia in fase acuta”, colpa di Omicron 5

Covid, Iss: “Epidemia in fase acuta”, colpa di Omicron 5

Il monitoraggio settimanale dell’Iss non fa presagire nulla di buono: l’epidemia è “in fase acuta”, a causa della sottovariante Omicron 5.

La pandemia in Italia continua a creare numerosi problemi. I positivi sono tantissimi, a causa della sottovariante Omicron 5, che imperversa nel Belpaese, facendo registrare numeri decisamente alti. Ebbene, il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità è estremamente negativo. La risposta necessaria? Mascherine, igiene e attenzione.

Il monitoraggio settimanale

Nonostante il periodo estivo in cui molte attività vengono svolte all’aperto, si conferma una fase epidemica acuta caratterizzata da un forte aumento dell’incidenza, da una trasmissibilità (sia calcolata su casi sintomatici che su casi ricoverati in ospedale) al di sopra della soglia epidemica e da un aumento nei tassi di occupazione dei posti letto in area medica e terapia intensiva”. Questo è quanto sottolinea il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute sul Covid-19 nel Belpaese.

“In questa fase si ribadisce la necessità di continuare a rispettare le misure comportamentali individuali e collettive previste/raccomandate, l’uso della mascherina, aerazione dei locali, igiene delle mani e ponendo attenzione alle situazioni di assembramento”. Queste le indicazioni da seguire per cercare di mantenere stabile la situazione. L’elevata copertura vaccinale, il completamento dei cicli di vaccinazione e il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali, rappresentano strumenti necessari a mitigare l’impatto clinico dell’epidemia”.

Covid

La sottovariante Omicron 5 del Covid è ormai diventata prevalente, sul territorio italiano. “La proporzione di BA.5 sul totale dei sequenziamenti genomici di buona qualità presenti” all’interno della piattaforma “I-Co-Gen è aumentata al 60,71% della settimana 25 dell’anno, “dal 23,74% della settimana 23”, passando per il 34,4 della settimana successiva. “Contestualmente, la proporzione di BA.2 è diminuita dal 58,14% al 17,86%”. Numeri decisamente allarmanti, che indicano la prevalenza di Omicron 5 in Italia.