Covid, con la nuova variante Kraken “sarà record di contagi”

Covid, con la nuova variante Kraken “sarà record di contagi”

Gli esperti stanno allarmando la popolazione sulla possibilità di un nuovo “record di contagi” con il propagarsi della nuova variante Covid.

Gli infettivologi hanno riferito che una nuova variante sta prendendo piede in diversi Paesi: si tratta di Kraken, ed è più trasmissibile delle precedenti. Il suo nome è XBB.1.5, e fa parte della famiglia di Omicron. La nuova variante ha già preso piede negli Usa ed anche in altri Paesi. 

Francesco Le Foche, immunologo clinico dell’ospedale Umberto I di Roma, in un’intervista a ‘Libero’ ha parlato dei rischi a cui andiamo incontro con la nuova variante. “La variante Kraken è molto, molto contagiosa. Probabilmente è considerato a oggi, nella storia della virologia, il virus più contagioso che sia mai apparso sul pianeta. Però negli Stati Uniti il tasso di ricoveri è molto basso perché c’è una buona percentuale di vaccinati. È questo che fa la differenza con la Cina. Uno studio della rivista ‘Lancet’ stima che la vaccinazione” anti Covid “abbia bloccato circa 20 milioni di morti”, dice.

Il rischio per gli over 60

Secondo l’Istituto superiore di Sanità, tra gli over 60 non vaccinati il virus ha una letalità di sei volte superiore. Lo conferma anche l’immunologo dell’ospedale Umberto I, che spiega: “Esattamente. L’immunizzazione comporta una riduzione della diffusione dell’entropia sociale del virus: cioè circola meno. Dobbiamo fare sistema rispetto alla salute pubblica. E’ quello che fa una nazione civile. Così si riduce il carico ospedaliero e si dà la possibilità di curare altre patologie“.

Secondo l’infettivologo, “Quello che abbiamo oggi è un virus diverso rispetto al ceppo originario di Wuhan che era meno contagioso e quindi più controllabile. Omicron ha dato molto più credito agli orientamenti di politica sanitaria dell’Occidente, che si traducono in una parola: immunizzazione”.

Infine conclude con un avvertimento: “Se vogliamo bloccare veramente un virus dobbiamo educare il nostro sistema immunitario a una risposta verso di lui. L’Europa, ma anche gli Stati Uniti, l’hanno fatto grazie alle vaccinazioni e hanno messo in sicurezza i propri sistemi sanitari nazionali che sono stati travolti dalla prima ondata del 2020″.

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