Secondo l’Iss lo scudo protettivo più efficace è l’effetto combinato della vaccinazione e di un’infezione pregressa da Covid.
Un rapporto dell’Iss rivela che chi ha effettuato vaccinazione e ha avuto un’infesione da Covid, può godere dell’effetto della cosiddetta immunità ibrida. Gli esperti comunque confermano la validità relative alla somministrazione delle dosi di richiamo. Raccomandate soprattutto alle categorie fragili e ai soggetti over 60.
L’Istituto superiore di sanità (Iss) ha pubblicato un rapporto in cui mostra come la massima protezione contro il Covid si ottenga con la cosiddetta immunità ibrida. In poche parole, si tratta dell’effetto combinato della vaccinazione e di un’infezione pregressa da Sars-Cov-2. Si evidenzia però che una vaccinazione effettuata di recente riduce in modo molto importanti i rischi.
Il rischio si riduce di 80 volte
Secondo quanto emerso dal report, il rischio di malattia severa è 80 volte maggiore in chi non è vaccinato e non ha avuto diagnosi rispetto a chi è vaccinato e ha una diagnosi recente. Comunque sia, a prescindere dall’età del soggetto e dalle sue pregresse infezioni, la vaccinazione riduce ulteriormente il rischio di contagiarsi gravemente. Con il vaccino recente, il rischio si riduce ulteriormente.
Sulla base dei dati della sorveglianza integrata Covid dell’Iss, dell’Anagrafe vaccinale e della popolazione Istat relativi a ottobre 2022, emerge una riduzione del rischio di malattia Covid severa associato alla vaccinazione.
Si osserva inoltre una perdita dell’effetto protettivo contro l’infezione con il passare del tempo, sia per l’infezione pregressa sia per la vaccinazione, e una diminuzione dell’effetto protettivo dell’infezione pregressa e della vaccinazione contro la malattia severa.