La Francia è in costante rivolta contro le scelte del governo: per Cremaschi la nazione sarebbe solo un esempio da seguire.
L’Italia si prepara alla protesta dei lavoratori di venerdì 17 novembre, indetta da Cigl e Uil, che contesta la legge di Bilancio varata dal governo Meloni. La decisione dei sindacati si scontra con Matteo Salvini, ma per l’ex sindacalista Giorgio Cremaschi “le proteste sono anche poche”.
Sciopero dei lavoratori: lo scontro tra Salvini e Landini
La manifestazione indetta dai segretari Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, ha scatenato le polemiche del ministro Matteo Salvini, che ha definito illegittimo lo sciopero. Gli scioperi di 4 ore sono accettabili, ma non quelli di 24 ore – come dice Salvini – facendo riferimento al frequente “diritto al ponte”.
D’altra parte, Landini ha accusato il ministro di un approccio arrogante, ribadendo il rispetto delle leggi da parte dei sindacati e la loro collaborazione con la commissione di garanzia.
Cremaschi a favore della guerriglia
A L’Aria che tira, su La7, il conduttore David Parenzo ha affrontato l’argomento al centro di ogni dibattito nelle ultime ore. Dopo aver mostrato le immagini sulle durissime serrate in Francia contro le politiche del presidente Emmanuel Macron, arriva un commento inaspettato.
Intervenendo in videocollegamento, Giorgio Cremaschi – in politica con l’ultrasinistra di Unione popolare – gela lo studio de La7 con la sua tesi più chiara che mai. Dopo essersi complimentato con i sindacalisti francesi, l’ex sindacalista sostiene che in Italia siamo troppo morbidi, mentre servirebbe una lotta dura senza paura.
Facendo un confronto con la Francia, Cremaschi sottolinea come “da 30 anni in Italia c’è una cultura dominante e trasversale contro il lavoro. Non è vero che in Italia c’è una valanga di scioperi, qua siamo di fronte alla peggiore condizione di salario dei lavoratori e gli scioperi sono troppo pochi“.