L’ultimo rapporto dell’Istat svela un aumento della povertà assoluta in Italia.
Secondo le ultime stime preliminari rilasciate dall’Istat, l’Italia si trova a fronteggiare una crescente ondata di povertà assoluta. Nel 2023, il numero di individui che vivono in condizioni di povertà assoluta ha raggiunto circa 5 milioni e 752 mila, corrispondenti all’8,5% del totale delle famiglie residenti nel Paese.
La crescente ondata di povertà in Italia
Come riportato da Tg24.sky.it, questo dato mostra un leggero aumento rispetto all’8,3% registrato nel 2022, evidenziando una preoccupante tendenza al rialzo.
La povertà assoluta, definita dall’Istat come la condizione delle famiglie la cui spesa mensile è pari o inferiore a una soglia minima necessaria per l’acquisto di un paniere di beni e servizi essenziali, segnala un’incapacità di soddisfare i bisogni primari e di evitare gravi forme di esclusione sociale.
L’analisi dell’Istat sottolinea notevoli disparità geografiche nella distribuzione della povertà assoluta in Italia.
Dal nord al sud: un divario che si allarga
Il Mezzogiorno registra l’incidenza più alta, con il 10,3% delle famiglie (circa 866mila) in condizioni gravi, seguito dal Nord con l’8,0% (un milione di famiglie) e dal Centro con il 6,8% (365mila famiglie).
Inoltre, il tasso individuale segue un trend simile, con il Mezzogiorno che presenta il valore più elevato (12,1%). È particolarmente allarmante notare che, nonostante un generale peggioramento della situazione al Nord, il divario tra le diverse aree del Paese rimane significativo.
La condizione dei minori in Italia è particolarmente preoccupante, con 1,3 milioni di bambini e ragazzi che vivono in famiglie in stato di povertà assoluta. Questo numero, sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente, cela però un’incidenza di povertà assoluta individuale per i minori pari al 14%, il valore più alto dal 2014.
Nonostante il quadro preoccupante tracciato dall’Istat, è importante sottolineare l’importanza dei diversi interventi mirati e strategie inclusive volte a contrastare questi dati e a promuovere l’equità sociale.