Chiara Ferragni in crisi: il patrimonio è azzerato, il crollo dei ricavi e i soci in tensione. Riuscirà a salvarsi o è finita?
Chiara Ferragni è in crisi, e questa volta non si tratta solo di gossip o presunti flirt con Achille Lauro. Il vero problema sarebbe il tracollo finanziario del suo impero: dopo lo scandalo del pandoro Balocco, la sua società Fenice ha visto il fatturato crollare da 14 milioni nel 2022 a soli 2 milioni nel 2024, con perdite che sfiorano i 10 milioni. Ora, con il patrimonio azzerato e un’assemblea dei soci decisiva alle porte, il futuro dell’azienda è più incerto che mai.

La crisi post Pandoro gate e le tensioni tra i soci
L’amministratore unico di Fenice, Claudio Calabi, dovrebbe presentare nella giornata di lunedì 10 marzo – come scritto da Corriere della Sera e riportato da Open – un bilancio 2023 che non porta segnali positivi. Sembra che i ricavi si siano fermati intorno ai 12 milioni, ma già scontano l’impatto del caso Balocco, esploso nel periodo natalizio di quell’anno. Le difficoltà si sono accentuate nel 2024, con un fatturato crollato a 2 milioni.
Per cercare di ridurre i costi, l’amministratore unico avrebbe avviato una serie di misure drastiche: il personale è stato dimezzato a otto dipendenti, le spese sono state ridotte a un milione nel 2025 e la sede aziendale è stata trasferita presso la holding di famiglia, Sisterhood, per risparmiare sugli affitti. Tuttavia, questi tagli non bastano a garantire la stabilità della società.
La questione centrale sembrerebbe essere il piano di ricapitalizzazione, che deve essere approvato rapidamente per mettere in sicurezza i conti. Tuttavia, Pasquale Morgese sarebbe il più scettico sul futuro di Fenice, sostenendo che l’azienda non abbia prospettive concrete.
Il marchio di Chiara Ferragni può ancora rilanciarsi?
Nonostante la crisi, aggiunge Open, alcuni soci vedono ancora margini di rilancio per il marchio Chiara Ferragni. Secondo questa visione più ottimista, il settore del make-up, della gioielleria e della pelletteria potrebbe offrire nuove opportunità di crescita. Inoltre, puntare sui mercati esteri rispetto l’Italia potrebbe essere una strategia per ridare valore al brand.