Crisi del grano, le ripercussioni della guerra in Italia

Crisi del grano, le ripercussioni della guerra in Italia

A causa della crisi del grano: l’Italia, insieme al resto del mondo, potrebbe essere travolta da una crisi alimentare.

Siamo in piena “crisi del grano”. Il conflitto tra Russia ed Ucraina, difatti, non sta causando conseguenze che riguardano soltanto l’elevato numero di morti. La guerra riguarda anche la fame, l’aumento dei prezzi delle materie prime, delle forniture di carburante. Tutto ciò sta danneggiando principalmente i paesi del terzo mondo, in cui – com’è noto – la fame e la crisi del cibo dilaga a prescindere dalla guerra tra Russia e Ucraina.

L’approvvigionamento alimentare di oltre 50 Paesi dipende da Russia e Ucraina. Le conseguenze nefaste del conflitto si stanno facendo sentire ovunque, Italia compresa. Fanpage.it ha intervistato Ivano Vacondio, imprenditore di Molini Industriali di Modena. Si tratta di un’azienda produttrice di farine. Ivan Vacondio è anche Presidente di Federalimentare.

L’intervista di Fan Page al Presidente Federalimentare

Il Presidente Federalimentare ha spiegato che “siamo in guerra anche noi, ma bisogna essere onesti e riconoscere che i nostri problemi sono cominciati molto prima del 24 febbraio, giorno di inizio dell’invasione dell’Ucraina. Gli aumenti del costo dell’energia elettrica e dei cereali risalgono a settembre del 2021 e il conflitto in corso è stata la classica goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo da tempo. Ora la nostra grande preoccupazione è che una nuova pesantissima crisi possa esplodere a partire dal prossimo mese di settembre. Mi riferisco al settore della logistica, di cui parlano ancora in pochi.”

Ivan Vacondio spiega che, oltre ai prezzi elevati, la sua azienda dovrà affrontare anche il problema dell’arrivo delle materie prime: “Far arrivare le materie prime necessarie al nostro comparto sarà un enorme problema, e lo sarà poi anche esportare i prodotti finiti. La logistica sta vivendo una crisi che non ho mai visto in vita mia”, spiega.  E continua: “Un container diretto negli Stati Uniti costa quattro volte di più di 12 mesi fa, mentre il costo dei cereali è aumentato del 70-80%. Non ci sono navi, non si trovano treni merci, il trasporto su gomma è in grande difficoltà. Riepilogando, quindi: abbiamo difficoltà a reperire materie prime, c’è un aumento dei prezzi energetici, il settore della logistica è in crisi e così non riusciremo a esportare i nostri prodotti. Praticamente la tempesta perfetta.”