Crisi di governo, quanti voti servono a Conte per rimanere Premier

Crisi di governo, quanti voti servono a Conte per rimanere Premier

Crisi di governo, il Presidente del Consiglio chiede la fiducia: quanti voti servono a Conte per rimanere premier.

Giuseppe Conte ha deciso di risolvere la crisi di governo sfidando Matteo Renzi e chiedendo il voto di fiducia in Aula senza il sostegno di Italia Viva. Da giorni è iniziata la caccia al gruppo di responsabili che possa sostituire i renziani, ma esattamente quanti voti servono a Conte per rimanere premier? E quanti ne ha?

Giuseppe Conte

Nessun problema alla Camera, la maggioranza c’è

Nella giornata di lunedì Conte passa alla Camera dei deputati, e qui il voto di fiducia non spaventa il premier, blindato dai voti del Movimento 5 Stelle. Sostanzialmente qui Giuseppe Conte non ha bisogno di rintracciare voti per evitare il ribaltone. Quelli messi sul piatto da Italia Viva non spostano gli equilibri.

Camera dei Deputati Parlamento

Il voto in Senato. Quanti voti servono a Conte per rimanere premier

Come di consueto la partita decisiva si gioca al Senato, e nello specifico si gioca nella giornata di martedì, quando il premier Conte si giocherà il tutto per tutto confidando nel voto dei responsabili e dei costruttori.

Al Presidente del Consiglio servono 161 voti. Certo, per dare almeno una parvenza di solidità al governo si dovrebbe alzare l’asticella, ma si procede un passo alla volta.

Il Centrodestra a Palazzo Madama è forte di 138 voti ai quali con ogni probabilità si andranno ad aggiungere i 18 di Italia Viva per un totale di 156 voti contro il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

La maggioranza invece ha assicurati i 92 voti dei senatori del Movimento 5 Stelle, i 35 del Partito democratico, i 5 delle Autonomie e venti voti circa tra le altre realtà che popolano Palazzo Madama. Con i costruttori si dovrebbe arrivare alla soglia dei 161 voti che consentirebbero al premier di rimanere in sella, ma per evitare una probabile instabilità legata al fatto che si tratterebbe di voti sparsi, i responsabili dovrebbero unirsi in un gruppo vero e proprio che a quel punto rientrerebbe nei giochi di governo con un ruolo da protagonista. Si tratta di uno scenario che evidentemente fa gola a molti.

Conte potrebbe ovviamente rimanere premier anche con la maggioranza relativa, ma con meno di 155 voti, considerando l’astensione dei senatori di Italia Viva, la stabilità della maggioranza sarebbe profondamente a rischio e il Presidente del Consiglio potrebbe decidere di rassegnare le dimissioni.

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