Crisi energetica, italiani a rischio povertà
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Direttore: Alessandro Plateroti

Crisi energetica, italiani a rischio povertà 

Lampadine energia

Alla luce della situazione di crisi energetica verificatasi nella seconda metà del 2021, 9 milioni di italiani sono a rischio povertà.

Alla luce della recente situazione di crisi energetica, 9 milioni di italiani sono a rischio povertà. A lanciare l’allarme la Cgia di Mestre, documentando la situazione con tanto di dati nel Rapporto Oipe 2021. Secondo quando documentato dall’Associazione, i dati in questione sarebbero oltremodo sottodimensionati. Risalgono infatti a prima della situazione di crisi energetica iniziata già nella seconda metà del 2021.

Lampadine energia

Nell’Italia meridionale e insulare la crisi energetica riguarda un numero compreso tra il 24 e il 36% delle famiglie residenti. Di queste, la regione Campania sembra essere quella più in difficoltà. Le famiglie più a rischio sono quelle con più componenti, che abitano in abitazioni in cattivo stato.

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Il report della Cgia Mestre

Secondo quanto riferito nello studio, “A livello geografico la situazione più critica si verifica soprattutto nel Mezzogiorno. In questa macro area la frequenza della povertà energetica è la più elevata d’Italia e interessa tra il 24 e il 36 per cento delle famiglie residenti in questo territorio.”

E continua: “In termini assoluti è la Campania la regione maggiormente in difficoltà. Il numero delle famiglie che utilizza saltuariamente luce e gas oscilla tra le 519 mila e le 779 mila unità. Altrettanto critica è la situazione in Sicilia dove la forchetta oscilla tra i 481 mila e i 722 mila nuclei familiari e in Calabria che presenta un range tra le 191 mila e le 287 mila famiglie in difficoltà nell’utilizzo quotidiano di energia elettrica e metano.”

La situazione risulta un po’ meno critica (ma comunque allarmante) nelle “altre regioni del Mezzogiorno e alcune del Centro che presentano una forchetta che varia dal 14 al 24 per cento delle famiglie residenti.” Tra queste “La Puglia (con un numero di nuclei compreso tra i 223 mila e gli 383 mila), la Sardegna (tra 102 mila e 174 mila), le Marche (tra 90 mila e 154 mila), l’Abruzzo (tra 77 mila e 132 mila) e l’Umbria (tra 53 mila e 91 mila). La situazione migliora man mano che si risale la penisola.”

Per quanto riguarda le regioni a rischio medio-basso ritroviamo “il Lazio e alcune regioni del Nord: Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta. Nella fascia più bassa, infine, quella che comprende un numero di nuclei familiari in difficoltà che va dal 6 al 10 per cento del totale, annovera la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna, la Toscana e il Trentino Alto Adige”.

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ultimo aggiornamento: 4 Settembre 2022 9:31

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