Nicola Zingaretti su Enrico Letta: “La sua forza e autorevolezza sono la migliore garanzia per un rilancio della sfida”.
ROMA – Via libera di Nicola Zingaretti ad Enrico Letta come segretario del Partito Democratico. L’ormai ex leader del Pd in un lungo post sui social ha approvato la possibile scelta di affidare il Nazareno all’ex premier: “Sono convinto che la soluzione più forte ed autorevole per prendere il testimone sia Enrico Letta. La sua forza e autorevolezza sono la migliore garanzia per un rilancio della nostra sfida di grande partito popolare, vicino alle persone e non alle polemiche […]“.
I motivi delle dimissioni
Il governatore del Lazio ha spiegato anche i motivi del suo passo indietro: “Non si poteva andare avanti così perché ora ci aspettano sfide importanti e il Pd, grazie al lavoro fatto, può affrontarle a testa alta […]. Dobbiamo contribuire a sostenere il Governo Draghi, ricostruire una nostra visione e progetto comune in un modo totalmente cambiato […]. Non possiamo lasciare ai giovani un’Italia dove al segno più ci sono solo le parole debiti, paura e solitudine. Sarebbe un ignobile egoismo. Il Pd ora è in grado di farlo e può accettare la prova del cambiamento. Il tempo che abbiamo davanti richiede un impegno totale nel Parlamento e nel Paese. Per questo ho presentato le dimissioni: perché era giusto fare chiarezza e richiedere una vera assunzione di responsabilità da parte di tutte e di tutti. Non ho voluto in alcun modo essere di ostacolo a questo compito […]“.
“Rischiavamo di implodere”
L’ormai ex segretario del Partito Democratico ha precisato che “negli ultimi due anni il Pd è tornato politicamente centrale, è salvo e più forte, ha governato l’Italia con i risultati positivi ed è tornato a vincere in molti Comuni e Regioni. Un Pd autonomo e forte in coalizioni competitive […]. Eppure puntuali sono arrivati i soliti rumori di sottofondo e permanenti. Nessuna reale proposta politica, ma un lungo e strisciante lavoro distruttivo che stava allontanando il Pd dalla realtà […]. Mentre gli altri partiti rilanciavano il loro progetto, noi rischiavamo di implodere […]“.