Sempre più italiani rinunciano alle cure mediche a causa delle lunghe liste d’attesa e dei disservizi, ecco cosa emerge.
L’accesso alla sanità in Italia sembra essere diventato un percorso ad ostacoli, con un numero crescente di cittadini costretti a rinunciare alle cure. Secondo il Rapporto civico sulla Salute di Cittadinanzattiva, presentato a Roma, il 9% delle donne e il 6,2% degli uomini hanno dovuto rinunciare a trattamenti medici, a causa di un sistema caratterizzato da lunghe liste d’attesa e disservizi diffusi. La situazione è particolarmente critica nel Centro e Sud Italia, dove il fenomeno è in aumento.
I numeri delle liste d’attesa: sanità al collasso
Le segnalazioni principali riguardano i tempi d’attesa interminabili per visite e interventi. I dati parlano chiaro: per una visita oculistica programmabile (classe P, da eseguire entro 120 giorni), i cittadini hanno aspettato fino a 468 giorni.
Non va meglio per una visita di controllo oncologica, che ha visto attese fino a 480 giorni, mentre un intervento per tumore alla prostata in classe B (entro 30 giorni) ha richiesto 159 giorni. Il record di attesa è stato raggiunto per un ecodoppler tronchi sovraaortici in classe P, con 526 giorni di attesa.
Questi numeri, riportati da La Stampa, riflettono una situazione preoccupante: nel 2023, il 7,6% dei cittadini ha rinunciato alle cure, un aumento rispetto all’anno precedente, con il 4,5% che lo ha fatto proprio a causa delle lunghe liste d’attesa.
Assistenza territoriale in difficoltà
Anche l’assistenza territoriale è in sofferenza, con segnalazioni di disservizi in crescita del 5,1% rispetto al 2022, raggiungendo il 14,1% delle segnalazioni totali. Le problematiche principali riguardano il rapporto tra i cittadini e i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta, con difficoltà nella continuità assistenziale e nella gestione del rapporto tra ospedali e territorio.
L’assistenza ospedaliera, seppur in leggero miglioramento, continua a presentare problematiche legate a pronto soccorso, ricoveri e dimissioni, mostrando che il sistema sanitario è ancora lontano dal garantire un accesso adeguato a tutti i cittadini.
Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva, ha dichiarato che le segnalazioni contenute nel Rapporto: “ci restituiscono un fermo immagine da anni bloccato sull’accesso, la piaga della sanità pubblica, capace per la sua portata e per la sua trasversalità di mettere in secondo piano ogni altro ambito, dal governo della sicurezza, alla necessità di umanizzazione, persino alla qualità delle cure”, riporta Leggo.it.
Si rivendicano, quindi, “risorse maggiori e continuative, dopo che per anni essa è stata considerata una specie di salvadanaio a cui attingere per tappare i buchi di bilancio”.