Nessuna condanna per il crollo di Vigna Jacobini: assolto l’unico imputato. La rabbia dei parenti delle vittime: “Sensazione di impotenza”.
ROMA – Nessun colpevole per il crollo di Vigna Jacobini a Roma. La Corte d’Appello ha assolto l’unico imputato perché “il fatto non sussiste“. La sentenza è arrivata a 21 anni da quella tragedia che ha provocato la morte di 27 persone, tra cui sei bambini.
Sul registro degli indagati sin da subito è stato iscritto il titolare della tipografia che si trovava a piano terra del palazzo. Dopo una condanna a due anni e otto mesi in primo grado per accuse di disastro colposo e omicidio plurimo, in Appello i giudici hanno deciso di assolvere l’imputato nonostante il doppio annullamento della Cassazione.
La rabbia dei parenti: “Sensazione di impotenza”
La sentenza ha provocato rabbia nei parenti delle vittime con il legale del Comitato che ha parlato ai microfoni dell’Adnkronos: “C’è una sensazione di impotenza. Ci sentiamo traditi dalle istituzioni che non sono riusciti a dare risposte e colpevoli a questa disgrazia”. Non manca una frecciatina al mondo politico: “Ci avevano detto che sarebbe stata istituita una giornaza della memoria delle vittime senza particolari costi ma non è avvenuto nulla”.
Soddisfazioni da parte della difesa di Capobianchi: “Finalmente è stato riconosciuto che la tipografia non ha accelerato in alcun modo un disastro che si sarebbe comunque verificato per le condizioni del palazzo. Siamo felici anche se resta l’amarezza per il mio assistito per aver vissuto questi anni portando sulle spalle il peso di un’accusa ingiusta e infondata“.
La ricostruzione della vicenda
La vicenda risale al 16 dicembre 1998 quando un palazzo è crollato in via di Vigna Jacoboni. Una tragedia che ha colpito l’intera Capitale viste le 27 vittime, tra cui 6 bambini. Tra gli accusati i due titolari della tipografia situata a piano terra della struttura. Ma dopo 21 anni il processo si è concluso con un nulla di fatto.
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