I migranti sopravvissuti al naufragio di Crotone: “Ecco come vivono i sopravvissuti di Cutro: senza letti né riscaldamento”.
In seguito alla denuncia di Alessandra Sciurba, docente di Deontologia, sociologia e critica del diritto all’Università di Palermo, sono emerse le terribili condizioni a cui sono costretti i migranti sopravvissuti al naufragio di Crotone. La docente: “Sono senza letti né riscaldamento”.
Il post su Facebook
L’insegnante da venerdì si trova a Crotone per lavorare come volontaria con la clinica legale Migrazioni e diritti dell’Università (che coordina) ed altre associazioni. La denuncia arriva tramite un post su Facebook. “Non sapevo se avesse senso venire, se potessimo essere utili. E invece – scrive – è stato importantissimo farlo. Qui serve tutto. Ben oltre la commozione e le visite brevi delle istituzioni. Abbiamo aiutato noi, per due giorni, le brave assistenti sociali del Comune di Crotone a compilare i moduli per il rimpatrio delle salme. Un tavolino a poca distanza dalle bare per chiedere a papà che hanno perso la moglie e i figli, a figlie che hanno perso la madre, a fratelli che hanno perso una sorella e i suoi bambini di pochi anni, dove desiderassero che quei corpi venissero infine portati”.
E continua: “Moltissimi chiedono che le salme tornino in Afghanistan, nonostante siano fuggiti proprio dal regime dei talebani, e bisogna trovare il modo, anche se è difficile e può essere pericoloso proprio per queste famiglie, di dare dignità almeno a questo desiderio. Ma non ci sono notizie sui fondi destinati al trasporto di questi corpi. Non ci sono informazioni certe su nulla. Le famiglie arrivate da ogni dove sono confuse, frustrate, disperate. I ragazzi e le ragazze dell’associazione Sabir di Crotone fanno tutto quello che possono. Così come i sommozzatori e tutte le squadre che ancora continuano nella ricerca dei corpi, certamente più di 30, che sono ancora dispersi”.
Infine conclude: “Non dormite sonni tranquilli pensando che almeno ai sopravvissuti sia riservata una solidarietà vera, fatta di rispetto e diritti. Oltre alla verità e alla giustizia sulla morte delle loro famiglie, è loro negata adesso, in terra italiana, anche la dignità delle vittime”.