“Terrore che parli con Putin”, Cruciani sfida la sinistra e svela un possibile accordo da brividi

“Terrore che parli con Putin”, Cruciani sfida la sinistra e svela un possibile accordo da brividi

Cruciani accusa la sinistra italiana di previsioni allarmiste: ecco cosa ha detto sul possibile accordo tra leader politici che fa “tremare”.

Giuseppe Cruciani, conduttore de La Zanzara su Radio 24, sta vivendo giorni di grande soddisfazione. Con la vittoria di Donald Trump alle elezioni, Cruciani non ha perso occasione per provocare e prendere in giro i commentatori di sinistra, che vedono in questo risultato politico una minaccia grave per la democrazia americana. 

Cruciani, il nuovo affondo alla sinistra

Secondo Cruciani, le dichiarazioni di esponenti del Partito Democratico, come l’eurodeputata Elisabetta Gualmini, riflettono una visione esagerata e pessimista degli eventi.

In particolare, Gualmini, intervistata a 4 di Sera da Paolo Del Debbio su Rete 4, ha espresso preoccupazione per la concentrazione di potere nei repubblicani, ora in controllo della Presidenza e della maggioranza parlamentare. 

Cruciani, però, considera questa opinione come una reazione esagerata e la definisce un “politicamente corretto” fuori luogo. Secondo lui, in un sistema democratico è normale che una maggioranza politica guidi le principali istituzioni; chiamarla “autoritarismo” o “fascismo dolce” non farebbe altro che delegittimare la volontà popolare espressa dagli elettori.

“Se fosse contenuta in una tesi della facoltà in cui insegna, ossia pensare che siccome la Camera e il Senato americano sono stati vinti legittimamente da una maggioranza uguale al presidente significhi una concentrazione di poteri anomala e dunque una sorta di dittatura dolce o un autoritarismo dolce, sarebbe bocciata perché è una baggianata colossale”, ha affermato il giornalista in riferimento alle preoccupazioni della eurodeputata.

Il possibile accordo Trump-Putin

Cruciani ha ironizzato anche sulla “paura” che serpeggia tra i democratici, sostenendo che il vero timore non sia Trump in sé, ma l’idea che possa avere successo in politiche alternative rispetto all’establishment, incluso un possibile dialogo con la Russia: “c’è il terrore che parli con Putin e magari arrivino a un accordo”.