Cybercrime, boom di attacchi in Italia: gli ultimi dati

Cybercrime, boom di attacchi in Italia: gli ultimi dati

Cybercriminalità in Italia: boom di attacchi nel 2023.

L’Italia sta affrontando una crescente ondata di cybercriminalità, con un incremento del 65% di attacchi gravi nel 2023, una percentuale che supera nettamente l’aumento del 12% registrato a livello globale.

Secondo l’ultimo Rapporto annuale Clusit, oltre la metà di questi attacchi hanno avuto conseguenze di gravità critica o elevata, ponendo il Paese al centro dell’attenzione dei cybercriminali. Questo trend allarmante è particolarmente evidente nel settore governativo-militare, che ha subito il 19% degli attacchi, evidenziando un incremento del 50% rispetto al 2022, e nel settore manifatturiero, colpito dal 13% degli attacchi, con un aumento del 17% su base annua.

DDoS: la nuova frontiera degli attacchi

Nel 2023, per la prima volta in diversi anni, la tecnica di attacco più comune in Italia non è stato il malware, ma gli attacchi Distributed Denial of Service (DDoS), che hanno rappresentato il 36% del totale degli incidenti.

Il DDoS consiste in un attacco dove un malintenzionato inonda un sito web, un server o un’altra infrastruttura di rete con un volume insostenibile di traffico malevolo. Questa strategia mira a sovraccaricare le risorse, impedendo l’accesso regolare agli utenti legittimi e compromettendo la funzionalità del servizio o della risorsa colpita.

A livello mondiale, il Rapporto Clusit 2024 ha documentato 2.779 incidenti gravi, segnalando un incremento del 12% rispetto all’anno precedente.

Il fenomeno dell’hacktivism, ovvero di attacchi motivati da finalità politiche o sociali, ha quasi triplicato a livello globale, con il 47% degli attacchi di questa natura diretti contro l’Italia. La media mensile di attacchi rilevati è stata di 232, con un picco di 270 ad aprile, il valore massimo mai registrato.

La necessità di una maggiore sicurezza

Questi dati evidenziano una realtà allarmante per la sicurezza informatica in Italia e sollecitano una risposta forte e coordinata.

Secondo Gabriele Faggioli, presidente di Clusit, l’attuale scenario richiede una riflessione profonda su etica, sicurezza delle informazioni e politiche industriali che privilegino gli investimenti in tecnologia, specialmente alla luce delle prossime elezioni globali, in cui voteranno due miliardi di persone.

Nel 2024 voteranno due miliardi di persone e con l’IA si pongono temi di etica, sicurezza delle informazioni e un’adeguata politica industriale che metta al centro gli investimenti in tecnologie“, ecco le parole del presidente di Clusit.