Il web è lo strumento principe utilizzato dagli hacker per effettuare attacchi informatici. Nel 2022, 12.947 attacchi.
Dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, sono aumentati anche gli attacchi informatici a livello internazionale, contro infrastrutture critiche, sistemi finanziari e aziende. L’Italia conta 13mila cyber attacchi fino ad oggi, con casi di pishing, malware e disinformazione propagandati attraverso i social. Si parla così di Cyberterrorismo, con la presenza di matrici islamiste, estremiste di destra e di estrema sinistra.
Il cyberterrorismo nel 2022
Il terrorismo corre sul web: nel 2022 il Cnaipic (struttura specializzata in cybersicurezza della Polizia postale e delle comunicazioni) ha rilevato 12.947 attacchi, rispetto ai 5.434 nell’anno precedente. Un aumento del +138% dei blitz in rete e 332 persone indagate.
Gli attacchi in Italia hanno riguardato “campagne massive” a livello internazionale dirette verso infrastrutture critiche, sistemi finanziari e soprattutto “aziende operanti in settori strategici quali comunicazione e difesa”, come spiega il Servizio polizia postale.
Alcuni hacker criminali hanno deciso di schierarsi dalla parte della Russia, altri dell’Ucraina, diventando parte del conflitto nel cosiddetto dominio cibernetico. Le attività di sabotaggio sono state attacchi ransomware, campagne DdoS, e attacchi di tipo Atp (capaci di danneggiare i sistemi strategici attraverso i social.
In collaborazione con l’Fbi
Il Servizio polizia postale ha iniziato a collaborare con Europol, Interpol e Fbi, per ampliare le proprie attività di monitoraggio. Secondo le indagini, stiamo assistendo ad un “vertiginoso incremento dell’utilizzo delle piattaforme di comunicazione online, social network e di applicazioni di messaggistica istantanea, con una allarmante diffusione di contenuti propagandistici riconducibili al terrorismo”.
Nel 2020 sono stati 1.193 i casi trattati e 66 le persone indagate, con 173.306 “spazi virtuali” monitorati. La Postale segnala l’attività effettuata nel 2022 dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica e dalla Digos di Perugia, sull’espulsione di un cittadino marocchino di 54 anni, autore di una “prolifica attività propagandistica su Facebook, con numerosi post e commenti a sostegno dei fratelli musulmani e del Jihad”.