Dacia Maraini, il ricordo del lager: “Mio padre Fosco si tagliò un dito e ci salvò”

Dacia Maraini, il ricordo del lager: “Mio padre Fosco si tagliò un dito e ci salvò”

La scrittrice Dacia Maraini ha ricordato il padre, il legame con Pier Paolo Pasolini e ha elogiato le donne ucraine in un’intervista.

Ospite al programma Rai condotto da Serena Bortone, Oggi è un altro giorno, la scrittrice Dacia Maraini ha parlato di molti argomenti, tra ricordi del passato, amicizie illustri e la drammatica situazione attuale in Ucraina. Maraini ha parlato del suo legame con l’intellettuale Pier Paolo Pasolini, del ricordo del padre e di come salvò la sua famiglia dai soldati giapponesi, e infine del coraggio delle donne ucraine nelle zone di guerra.

La scrittrice, in merito alla vicenda del padre Fosco, racconta quanto segue. Il padre decise di tagliarsi un mignolo in modo da dimostrare il proprio valore umano ai soldati giapponesi. Questo gesto fu decisivo per la sorte dell’intera famiglia. La famiglia Maraini si trovava infatti in un lager giapponese, in seguito al rifiuto del padre di unirsi alla Repubblica di Salò. Questo il ricordo di Dacia Maraini. “A noi sembra pazzesca, ma faceva parte della mentalità giapponese. Quando si taglia un dito e lo si getta addosso al nemico, gli si crea un’obbligazione e non può dire più che sei un vile o un traditore. Guadagni un rispetto che l’altro deve mantenere. E questo ci salvò la vita. La scrittrice ha inoltre parlato della difficile situazione familiare all’interno del lager giapponese. “Noi stavamo morendo di fame, avevamo diverse malattie. Non mangiavamo niente. Dopo questo atto di mio padre, ci regalarono una piccola capra che faceva del latte, questo latte ci ha salvato la vita”.

Campo di concentramento Auschwitz

La difficile situazione ucraina e l’elogio della scrittrice

La scrittrice ha continuato a parlare dell’esperienza difficile che ha vissuto con la famiglia. Questa esperienza mi ha insegnato moltissimo, nel bene e nel male. Mi ha insegnato l’inadeguatezza, ma anche che in qualsiasi condizione bisogna resistere: bisogna avere un progetto di andare avanti e di guardare al futuro, senza scoraggiarsi e piangere. Mia madre in questo è stata straordinaria e mi ha dato un grandissimo esempio”. Maraini ha dichiarato che la condizione nella quale si è trovata l’ha portata a confrontarsi con le sue debolezze, uscendone più forte.

Maraini ha poi parlato della crisi in Ucraina, elogiando le donne in difficoltà. In merito alle immagini provenienti dai luoghi della guerra, la scrittrice ha dichiarato quanto segue. “Mi fanno tanto dolore, perché mi ci trovo lì. Io l’ho provato, so cosa vuol dire la sirena che suona, correre in una cantina. Si vive con il terrore, la paura. Tutto questo torna, lo vedo e mi ci riconoscono. Ho grande rispetto e ho grande simpatia per le donne ucraine, perché stanno reagendo in maniera straordinaria”.