Un’inchiesta che si allarga a macchia d’olio: la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, coinvolta in irregolarità e accuse di truffa. Quali sono le prossime mosse?
La vicenda che coinvolge Daniela Santanchè, ministra del Turismo, e la sua società Visibilia Editore (oggi Athena Pubblicità), continua a suscitare scalpore. La ministra, fino al 2021 presidente della società, ha dovuto ammettere le irregolarità legate all’uso indebito dei fondi della Cassa Integrazione Covid a zero ore.
Daniela Santanchè: il caso di Visibilia Editore
In seguito alle indagini, Santanchè ha deciso di restituire a rate i fondi ottenuti indebitamente, dopo che la società aveva incassato oltre 126 mila euro destinati ai lavoratori in cassa integrazione, così come riporta FanPage.it.
Questo rimborso parziale ha lo scopo di evitare una condanna per danno erariale da parte della Corte dei Conti della Lombardia.
Nel luglio del 2023, Daniela Santanchè aveva difeso l’operato della sua azienda, dichiarando che le accuse di aver abusato dei fondi della Cassa Integrazione Covid erano infondate.
Tuttavia, gli sviluppi delle indagini hanno dimostrato che, mentre la società riceveva i fondi destinati a garantire la cassa integrazione, i dipendenti continuavano a lavorare regolarmente, anche in modalità smart working.
Inoltre, alcuni dipendenti sono stati premiati con un bonus per il loro impegno.
Un’email inviata il 19 aprile 2022 dal dirigente aziendale Paolo Concordia, con la conoscenza di Santanchè e del suo compagno Dimitri Kunz, ha confermato che la società era consapevole delle attività lavorative svolte durante il periodo di Cassa Integrazione, alimentando così i sospetti di abuso di fondi pubblici.
Nuove accuse per bancarotta fraudolenta e illegittima gestione
Il caso di Visibilia Editore non è l’unico problema legale che coinvolge Santanchè. Nei giorni scorsi, è emerso che la Procura ha richiesto una proroga delle indagini sul fallimento di un’altra società del gruppo della ministra, la Ki Group Srl.
La società, specializzata nel settore bio-food, ha dichiarato un passivo superiore agli 8,6 milioni di euro. Santanchè ha ricoperto il ruolo di presidente del consiglio di amministrazione fino al 31 dicembre 2021, quando la società è andata incontro al fallimento.
Gli inquirenti ritengono che la bancarotta possa essere legata a una cattiva gestione delle risorse, con particolare attenzione alla fase in cui Santanchè e il suo collaboratore Giovanni Canio Mazzaro erano al comando dell’azienda.
Se le accuse di bancarotta fraudolenta venissero confermate, la ministra potrebbe trovarsi a dover affrontare nuovi procedimenti legali.
Santanchè non si dimette
Nonostante il peso delle accuse che incombono su di lei, Daniela Santanchè ha ribadito più volte di non avere intenzione di dimettersi, nemmeno in caso di rinvio a giudizio.
La ministra ha cercato di minimizzare le accuse, sostenendo che sono tardive e infondate, ma le indagini in corso potrebbero rivelare ulteriori dettagli inquietanti sulle sue attività e sulla gestione delle sue aziende.
In questo clima di incertezze legali, l’attenzione sul futuro politico e professionale di Santanchè rimane altissima.