Ancora problemi per Daniela Santanchè. La ministra del Turismo alle prese con le vicende legate all’azienda Ki Group.
Non solo il caso Visibilia, nuovi guai per Daniela Santanchè relativamente a Ki Group, l’azienda del settore biologico che non pagava fornitori e dipendenti. In queste ore la Procura di Milano ne ha chiesto il fallimento dopo che il piano di risanamento non ha convinto.
Daniela Santanchè, la richiesta della Procura
La Procura di Milano ha respinto la richiesta di concordato semplificato avanzata da Daniela Santanchè, per Ki Group, l’azienda di cibo biologico che la ministra del Turismo ha gestito fino al 2022.
La vicenda era partita a seguito della richiesta di intervento di alcuni dipendenti da parte dell’Ispettorato del Lavoro e dell’Enasarco per verificare se fossero stati versati contributi, compensi e Tfr. Da quanto si apprende, in queste ore, la Procura avrebbe stabilito l’avvio della procedura fallimentare di tutte le società del gruppo, dalla capogruppo Bioera alla controllata Ki Group appunto.
Una vera e propria doccia gelata per la ministra che in queste ore è impegnata in missione in Cina e che probabilmente non si aspettava una decisione di questo tipo.
Le posizioni di Ki Group e della Procura
L’azienda, secondo il piano degli imprenditori, sarebbe stata risanata grazie ad un intervento da 1,6 milioni di euro di Bioera. Questa, però, stando alla Procura, ha debiti per oltre 5 milioni di euro e non fornisce alcuna garanzia che il piano di risanamento venga realisticamente portato a termine.
In tale ottica è da leggersi quindi la decisione dell’avvio delle pratiche di fallimento. “Non si vede come Bioera possa farsi carico del peso economico del piano proposto da Ki Group”, si legge nelle dichiarazioni dei pm di Milano. Da qui, come detto la richiesta di fallimento per entrambe le società.
Va sottolineato come la Santanchè abbia in precedenza voluto chiarire la sua posizione anche in Senato. La donna ha ribadito di non avere più alcun ruolo operativo dentro Ki Group.