Istat, a marzo decessi aumentati del 20 per cento rispetto al periodo 2015-2019

Istat, a marzo decessi aumentati del 20 per cento rispetto al periodo 2015-2019

I dati Istat sui decessi di marzo hanno segnato un aumento del 20% rispetto agli anni precedenti.

ROMA – I dati Istat sui decessi di marzo hanno segnato un incremento del 20% rispetto agli anni precedenti e, in particolare, allo stesso periodo degli anni 2015-2019. L’Istituto di Statistica ha analizzato il segmento che va dal 1° marzo al 4 aprile e quindi nel momento clou dell’emergenza coronavirus in Italia.

I numeri sono in continuo aggiornamento e si tratta di cifre considerate come “anticipatori parziali relativi a una lista di comuni che viene ampliata settimanalmente e che in alcun modo possano essere interpretate un campione rappresentativo dell’intera popolazione italiana”.

I dati dell’Istat

Analizzando i dati riportati dall’Istat si può vedere come l’incremento maggiore dei decessi riguarda gli uomini e persone con età maggiore di 74 anni. Le differenze tra i generi sono particolarmente accentuate nei più anziani residenti al Nord.

Numeri che confermano come la maggior parte delle morti sono dovute all’emergenza coronavirus. I numeri sono in continuo aggiornamento anche se la situazione sembra essere tornata nella norma almeno in provincia di Bergamo, dove nelle ultime settimane si è registrato un numero dii decessi molto alto.

Fonte foto: https://www.facebook.com/IstatCensimentiGiornoDopoGiorno

Coronavirus, diminuiscono i ricoveri in terapia intensiva

I numeri dei decessi sembrano essere in calo anche per la minore pressione sugli ospedali e in particolare per la diminuzione dei ricoveri in terapia intensiva. Nell’ultima settimana si sono quasi dimezzati i pazienti che hanno bisogno di un trattamento più aggressivo per guarire dal possibile contagio.

L’Iss si aspetta un ulteriore calo di queste cifre nelle prossime settimane anche se, come detto in più di un’occasione, il dato dovrebbe essere l’ultimo a diminuire visto che le persone attualmente in terapia intensiva continuano ad avere un quadro clinico molto grave. La positività, però, risale alla fase clou dell’epidemia.

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