I dati del Ref sul Pil italiano spaventano il Governo. Possibile un calo tra l’1% e il 3% con l’alto rischio di recessione tecnica.
ROMA – I dati del Ref sul Pil italiano spaventano il Governo. Secondo l’ultimo rapporto pubblicato dall’Istituto di Ricerca, il nostro Paese nel primo e nel secondo trimestre potrebbe avere una crescita negativa compresa tra l’1% e il 3%. Un calo dovuto all’impatto del Coronavirus con una perdita di Pil tra i 9 e i 20 miliardi.
La revisione negativa è dovuta al fatto che il Covid-19 ha colpito due zone molto importante per l’Italia come Lombardia e Veneto che da sole contano il 31% del Pil italiano.
La stima del Ref
Questa stima si basa su una valutazione dei singoli settori che sono stati messi insieme in quattro gruppi. Il primo comprende quelle attività che hanno visto aumentare i loro introiti tra il 2% e il 6% per l’epidemia. E per questo si pensa alle società che vendono prodotti farmaceutici e tutti i prodotti che in questo periodo sono stati acquistati.
Il secondo gruppo comprende il 54,6% dell’economia italiana che non ha subìto nessun cambiamento particolare. Il terzo gruppo, invece, ha visto una contrazione produttiva intorno al 4%. Il calo maggiore, però, lo si è avuto nell’ultimo gruppo con una percentuale tra il 10 e il 40. Per questo la stima ponderata prevede un calo del Pil italiano compreso tra -1% e -3%.
Crolla il Pmi della Cina
Non arrivano buone notizie neanche per la Cina. A febbraio il pmi manifatturiero ha raggiunto solo il 35,7. Si tratta di minimi storici e soprattutto in calo rispetto alle previsioni degli analisti che sia aspettavano 46.
Il pmi è un indice che viene monitorato molto spesso per valutare come sta l’economia. Quando si supera il 50 vuol dire che le aspettative sono di una espansione del settore mentre quando è inferiore possibile una contrazione. E per questo la Cina spaventa e non poco.
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fonte foto copertina https://twitter.com/Palazzo_Chigi