Ddl Sicurezza, arriva la stretta: niente cellulare per i cittadini extra Ue senza il permesso

Ddl Sicurezza, arriva la stretta: niente cellulare per i cittadini extra Ue senza il permesso

Il ddl Sicurezza prevede limitazioni per i cittadini extra UE sull’acquisto di telefoni cellulari. La misura solleva preoccupazioni.

Il ddl Sicurezza in discussione alla Camera prevede nuove restrizioni per i cittadini extra UE riguardo all’acquisto di cellulari. Secondo le disposizioni dell’articolo 32, per acquistare una SIM, i non UE dovranno dimostrare di possedere un permesso di soggiorno valido. Questa misura ha suscitato forti reazioni e polemiche a livello nazionale e internazionale.

Nuove restrizioni per l’acquisto di cellulari

Come specifica TgCOM24, disegno di legge sulla sicurezza, attualmente in esame alla Camera dei Deputati e in attesa di approvazione al Senato, introduce restrizioni per i cittadini extra UE riguardo all’acquisto di telefoni cellulari. Secondo l’articolo 32 del provvedimento, per poter comprare una SIM, i cittadini non appartenenti all’Unione Europea dovranno presentare una copia del loro permesso di soggiorno.

Inoltre, chi è stato condannato per reati di sostituzione di persona vedrà limitata la possibilità di sottoscrivere nuovi contratti per un periodo che varia da sei mesi a due anni. Questo cambiamento modifica il codice delle comunicazioni elettroniche del 2003, imponendo alle compagnie telefoniche di fornire i dati anagrafici dei clienti al ministero dell’Interno, garantendo la verifica dell’identità al momento dell’acquisto.

Reazioni e critiche all’articolo 32

L’articolo 32 ha sollevato forti critiche, con accusazioni di ipocrisia e razzismo. Filiberto Zaratti, capogruppo di Avs nella commissione Affari Costituzionali della Camera, ha definito la misura come una “vergogna internazionale”. Ha sostenuto che essa discrimina i migranti irregolari, privandoli di un diritto basilare mentre vengono sfruttati nel lavoro.

Zaratti ha inoltre denunciato che il divieto potrebbe comportare sanzioni anche per i rivenditori, invitando a ritirare l’articolo per evitare un danno alla reputazione dell’Italia. Questa misura è vista da alcuni come un ulteriore passo verso l’esclusione e la marginalizzazione dei migranti, sollevando interrogativi sulle implicazioni sociali e legali della legge proposta.