Debiti sui conti in banca, le nuove regole dal 1 gennaio

Debiti sui conti in banca, le nuove regole dal 1 gennaio

Dal 1 gennaio entra in vigore il nuovo regolamento dell’European Banking Authority, che riguarderà i debiti e gli sconfinamenti sui conti correnti.

Si potrà ancora sconfinare nei conti correnti bancari a partire dal 1 gennaio 2021? E’ questa la domanda che si fanno molti clienti degli istituti d credito alla luce della nuova normativa in vigore tra pochi giorni.

Le nuove regole dell’European Banking Authority

L’obiettivo delle norme introdotte dall’European Banking Authority è quello di armonizzare la regolamentazione tra i diversi Stati membri. Dall’1 gennaio 2021, infatti, entra in vigore la nuova definizione di default stabilita da un nuovo regolamento dell’Ue, con criteri più stringenti nell’ambito dell’entrata dei debitori (imprese o privati, ndr) nella categoria dei “crediti deteriorati“.

Conti, i timori di banche e correntisti

Abi, Confindustria e altre associazioni d’impresa hanno inviato ai vertici Ue una lettera per chiederne la modifica. Il timore è che le nuove norme possano “frenare il credito nella fase di uscita dalla crisi“. Il nuovo assetto “non vieta lo sconfinamento nei conti correnti se questo rientra nella policy decisa da ogni banca con i propri clienti“, rassicura la Banca d’Italia.

https://www.youtube.com/watch?v=tnl9KbMhfnU&ab_channel=CorrieredellaSera

Sconfinamenti, cifre e percentuali

I principali cambiamenti introdotti dall’EBA prevedono che le banche definiscano automaticamente come inadempiente il cliente privato, il libero professionista o la piccola-media impresa che presenti un arretrato da oltre 90 giorni. L’importo di tale arretrato deve soddisfare due condizioni: deve essere superiore a 100 euro e superiore all’1% del totale delle esposizioni (dei debiti) verso la banca.
Tuttavia, secondo Bankitalia, la nuova definizione di default “non modifica nella sostanza le segnalazioni alla Centrale dei Rischi, utilizzate dagli intermediari nel processo di valutazione del ‘merito di credito’ della clientela“. Riguarda esclusivamente il modo con cui le banche e gli intermediari finanziari “devono classificare i clienti a fini prudenziali, ossia ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali minimi obbligatori per le banche e gli intermediari finanziari“.