Decreto anti-rave, ancora modifiche al Governo

Decreto anti-rave, ancora modifiche al Governo

Revisione del decreto anti-rave: dalla pena fino a 6 anni fino alla multa di 10.000, con possibile confisca delle cose utilizzate.

Vine riscritto nuovamente l’emendamento che prevede la pena fino a 6 anni per chi invade terreni altrui per realizzare un rave. A quello che era già stato definito come decreto anti-rave, l’esecutivo apporta delle modifiche su alcuni punti, e cambia anche il numero dell’articolo che diventa 633 bis. Di seguito, tutti i dettagli di ciò che prevederà il nuovo decreto revisionato.

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L’emendamento sui rave

L’ultima revisione sul decreto anti-rave risale a inizio novembre, e adesso, dopo meno di un mese, vengono comunicate nuove modifiche sull’emendamento. Cambia anche il numero dell’articolo che passa dal 434 bis al 633 bis.

L’emendamento limita il reato a “chiunque organizza e promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici e privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento”. Si parlerà di reato nel momento in cui l’invasione arrechi un vero pericolo per la salute o l’incolumità pubblica, a causa dell’inosservanza delle norme su droga, sicurezza e igiene. Quindi, vengono escluse le occupazioni di studenti o altre manifestazioni pubbliche.

La pena massima resta invariata di 6 anni per chi organizza o promuove l’occupazione di terreni o edifici per lo svolgimento dei rave, come già prevedeva la versione precedente del decreto. Sarà possibile, dunque, usufruire di intercettazioni telefoniche nelle indagini sui presunti organizzatori e promotori dell’evento. Potrebbe essere emessa anche una multa da mille a 10 mila euro, oltre alla confisca degli strumenti e del profitto utilizzati e ottenuti durante il rave.