La nuova riforma sulla giustizia, approvata giovedì in consiglio dei ministri, introduce il daspo urbano anche per i minorenni.
Le vicende di Caivano, cittadina del napoletano in cui un gruppo di ragazzi ha ripetutamente abusato due cuginette di 10 e 12 anni, hanno ispirato il governo a creare un decreto ad hoc per porre un freno alla criminalità minorile. Giovedì sera, infatti, in consiglio dei ministri è stata approvata l’estensione dell’applicabilità del cosiddetto “daspo urbano” anche a chi ha appena 14 anni d’età.
Il divieto, si legge nella nota pubblicata da Palazzo Chigi, “sarà notificato a chi esercita la responsabilità genitoriale” e poi al procuratore. Il daspo, finora, era riservato solo ai maggiorenni ed il decreto ha abbassato l’età “necessaria” a riceverlo.
Che cosa vieta il daspo urbano?
Il daspo urbano, con il decreto Caivano, scatterà anche con la “detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio“, impedendo a chi verrà segnalato dagli agenti come potenziale rivenditore di droga di avvicinarsi a locali pubblici, scuole ed università.
Il divieto, inoltre, potrà “essere applicato ai soggetti denunciati“, sia per i reati contro la persona e il patrimonio ma “anche per il reato di porto di arma impropria, quello di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale e il reato di resistenza a un pubblico ufficiale“.
“Vengono ampliati – ha spiegato il ministro dell’Interno Piantedosi – i luoghi presso i quali si può prevedere questo divieto precisando che possono essere scuole, plessi scolastici, sedi universitarie, proprio perché c’è il tema della commissione di questi reati in prossimità di aree scolastiche e universitarie“.