Decreto Siurezza, il Piemonte valuta il ricorso alla Consulta. Il presidente della regione: “Non possiamo restare a guardare”. Salvini: “Chi critica il decreto non lo ha letto”.
Oltre al caso Sea Watch, l’Italia è alle prese con un delicato caso politico, ossia quello collegato al decreto Sicurezza che ha visto diversi sindaci italiani opporsi al provvedimento decidendo deliberatamente di non applicarne le normative. Dopo la presa di posizione da parte di Orlando e di de Magistris, la nuova voce ribelle arriva dal Piemonte, dove le autorità hanno fatto sapere di voler fare ricorso alla consulta.
Piemonte, Sergio Chiamparino: “Non possiamo restare a guardare come se non stesse accadendo nulla”
L’annuncio è stato dato da Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte. “Non possiamo stare a guardare come se non stesse accadendo nulla. Stiamo dunque valutando se esistono i fondamenti giuridici per un ricorso della Regione, direttamente o come tramite dei Comuni, alla Corte Costituzionale. Se ci sono le condizioni giuridiche, non perderemo tempo“. “Le forti critiche che emergono in tutto il Paese sono le stesse che avevo avanzato in un recente incontro con i sindaci e i responsabili Sprar del Piemonte“.
Sicurezza, anche la Toscana pronto al ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto
Anche la Toscana ha fatto sapere di essere intenzionata a fare ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto di Matteo Salvini che continua a dividere i Comuni, le città e le regioni italiane.
Matteo Salvini: “Molti sindaci che contestano il Decreto Sicurezza non lo hanno letto”
Sulla questione è tornato anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha puntato il dito contro i sindaci che si sono opposti al decreto Sicurezza. “Molti sindaci che contestano il Decreto Sicurezza non lo hanno letto perché vengono garantiti il diritto alla salute, il diritto allo studio a tutti, i bambini non si toccano e non possono essere espulsi. Semplicemente non si regalano altri diritti ai furbetti come veniva fatto fino a ieri. Ma poi sono dieci sindaci.
In Italia ci sono ottomila sindaci, quindi andiamo a parlare degli altri 7.990. C’è qualche sindaco incapace che siccome non sa gestire Palermo, Napoli, Firenze e altre città, si inventa polemiche che non esistono. Immigrati regolari e perbene, i profughi veri, avranno più tutele con questo decreto; i furbetti e i finti profughi, spacciatori e stupratori, tornano a casa loro. Io vado avanti, sono convinto di fare gli interessi degli italiani, degli immigrati regolari perbene e dei profughi veri“.
Dalla Questura di Palermo: nessuna ispezione della Digos agli uffici dell’Anagrafe
Intanto arriva dalla Questura di Palermo la smentita della notizia della presenza della Digos all’Anagrafe di Palermo per fare controlli sul lavoro degli addetti all’ufficio anagrafe dopo che il sindaco Orlando aveva espressamente e formalmente richiesto di ignorare le indicazioni contenute nel decreto Sicurezza.