La figura di Alberto Stasi al centro del caso del delitto di Garlasco: nuovi dettagli sulla possibile innocenza a fronte di diversi dubbi sulla condanna.
Si cerca la verità sul delitto di Garlasco e l’omicidio Chiara Poggi che, ad oggi, vede condannato Alberto Stasi. A Le Iene, su Italia 1, si è affrontato il caso partendo dall’inizio e arrivando alle novità che riguarderebbero anche la famiglia Sempio e la famiglia Cappa con alcuni sospetti molto importanti arrivati da alcune testimonianze. Nel corso della trasmissione, sono venuti a galla anche ulteriori dettagli che metterebbero a serio dubbio la colpevolezza di Stasi, ormai in carcere da anni.

Delitto di Garlasco: Alberto Stasi e la verità del giudice Vitelli
Nel corso dell’ultima puntata andata in onda de Le Iene su Italia 1, il focus è andato anche alla figura di Alberto Stasi nel caso del delitto di Garlasco e l’omicidio Chiara Poggi. In particolare è stato dato spazio a Stefano Vitelli, il magistrato che nel 2008 assolse appunto Stasi in primo grado. Il giudice ha sottolineato come il giallo di Garlasco sia “unico” per le modalità con cui tutto si è verificato, compresa la condanna al ragazzo dopo due assoluzioni.
“Non sono arrivato a potere motivare che Stasi sia stato colpevole“, ha spiegato Vitelli. “Avevo un’impronta sulla bicicletta ma un testimone ne aveva visto un’altra. Avevo un lavandino che non era sporco. L’omicidio sarebbe stato commesso in poco tempo, senza premeditazione, prima di rientrare a casa e mettersi a studiare per ore con continuità e profitto. Queste criticità erano chiare a tutti”, ha spiegato ancora il magistrato.
Ma la colpevolezza di Stasi sarebbe in forte dubbio per alcuni elementi precisi dalla bici al lavandino: “Scrissi in sentenza che se avessimo trovato sangue in entrambi i pedali sarebbe stato diverso. La bici poi era nera, quella di Alberto era rossa”. Dubbi anche sul lavandino: “Probabilmente non era stato usato dall’aggressore. C’è un’impronta insaguinata sul tappetino del bagno ma sul lavandino ci sono tracce anche dei familiari di Poggi, c’erano dei capelli. L’impronta di Stasi sul dispenser non va considerata. Se ci fosse il sangue nel sifone avremmo detto che si sarebbe potuto togliere il sangue ma non c’è”.
L’innocenza e la fiducia dell’avvocato Bocellari
Sempre a Le Iene, anche l’attuale legale di Alberto Stasi, Giada Bocellari, ha commentato i risvolti del caso: “È facile dire è colpevole, è molto più difficile prendere le 500 pagine sul caso e leggerle”, ha detto l’avvocato. “Dobbiamo avere fiducia nella magistratura. In questo specifico caso sta dimostrando di avere gli anticorpi. Stasi ha subito una carcerazione ingiusta, lui non ha nulla a che vedere con questo omicidio. Tutti voglio dire la propria e Stasi era colpevole per il sentore comune, non si può pensare che i giudici non vengano influenzati da quello che sentono in televisione e non si possono costringere a chiuderla”. E ancora sul proprio assistito: “Lui appare freddo e sempre a testa alta ma ha sofferto tantissimo […]”.