Delitto di Garlasco, Andrea Sempio: "Nessun segreto che Lovati sa". Il video
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Delitto di Garlasco, Andrea Sempio: “Nessun segreto che Lovati sa”. Il video

Mappa di Garlasco

Andrea Sempio, unico indagato nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco, smentisce ogni coinvolgimento. Tutti i dettagli.

Nel 2025 il delitto di Garlasco torna al centro dell’attenzione, con Andrea Sempio, amico del fratello della vittima Chiara Poggi, ora unico indagato nel nuovo fascicolo aperto dalla Procura di Pavia. Le indagini puntano a riesaminare elementi emersi nel tempo: uno scontrino sospetto, una nuova impronta e una traccia biologica rivalutata.

Alberto Stasi
Alberto Stasi – newsmondo.it

«Non c’è nessun segreto su di me»: la difesa in TV

Durante la trasmissione Quarto Grado su Rete 4, Sempio ha voluto ribadire con forza la sua estraneità:
«Non c’è nessun segreto su di me che Lovati sa e che potrebbe rivelare».

Ha inoltre sottolineato la stima nei confronti del suo avvocato: «Alle apparizioni che ho visto dell’avvocato Lovati, lui comunque continua a difendermi, continua a riportare che secondo lui io non solo non sono stato, ma sono totalmente estraneo alla vicenda. Per l’avvocato Lovati ho sempre rispetto, stima e affetto, perché sono almeno dieci anni che andiamo avanti insieme».

Ma è soprattutto il circo mediatico, secondo Sempio, ad aver avuto un impatto devastante: «La cosa che mi è pesata di più, come ho detto, non è la parte legale del procedimento in corso, ma tutta la parte mediatica. Quello che ti fa andare fuori di testa, sono tutte le balle che vengono fuori e su cui sei costretto a difenderti. Ma se ti difendi, entri nel gioco; se non ti difendi perché non ti difendi. È quella la parte pesante».

Scontrini e audio

Uno dei temi principali è quello degli scontrini che collocherebbero Sempio nella piazza vicino casa Poggi il giorno dopo l’omicidio. Lui replica:
«Sono curioso di vedere come lo documenterà perché è una cosa totalmente falsa. Non so chi sia questa persona, se esiste davvero lo vedremo. Sono notizie campate per aria».

Spiega poi la dinamica dell’acquisto in libreria: «Io ero andato il giorno prima in libreria, ma l’avevo trovata chiusa. Siamo tornati il giorno dopo. Io questa cosa non me la ricordavo. Infatti, quando mi è stata chiesta anche da altri giornalisti, non la ricordavo. Sarebbe stato molto meglio ricordarsela e annunciarla prima del ritrovamento di quest’altro scontrino».

Ma aggiunge un dettaglio: «Però ho visto che è uscito un mio audio, sempre del 2017, in cui io sono in macchina e, parlo da solo, e sto ripercorrendo la giornata del 13. E io ai tempi ho detto ‘Io ero andato il 13, ed ero andato anche il 14’. E questa cosa è uscita adesso, non prevista. Credo sia una riprova che non può essere qualcosa fatto apposta. Perché cosa ne sapevo io, nel 2017, che quell’audio sarebbe ritornato a confermare una cosa detta nel 2025?».

Sulla suggestione che avrebbe raccolto lo scontrino per crearsi un alibi, risponde ironicamente:
«Cosa fai? Immaginando pure di essere andato a prenderlo apposta, cosa fai? Vai là in piazza, inizi a girare, a cercare per terra uno scontrino che cade in un orario particolare? È una roba tirata. Capisco che faccia scena sui giornali, ma è roba tirata per i capelli e basta».

Delitto di Garlasco: l’avvocato

Sul ruolo dell’avvocato: «No, non c’è Lovati dietro tutto questo. L’avvocato Lovati, secondo me, non si presterebbe a questo tipo di gioco».

Ha poi parlato dei presunti compensi televisivi e della tesi della corruzione: «Sul discorso soldi e trasmissioni non c’è mai stato nessun pagamento da parte di nessuna trasmissione in cui sono stato e francamente penso che quello sia anche abbastanza facile da verificare. […] Il discorso della corruzione del magistrato non ha senso, non tornano le cifre, anche perché non avrebbe avuto senso corrompere il magistrato perché comunque non era lui che poteva decidere tra un’archiviazione o meno. Non torna, non tornano le cifre, non tornano le persone, non torna come storia».

Delitto di Garlasco: l’impronta

Alla domanda sulle contraddizioni nelle dichiarazioni del padre, Giuseppe, risponde:
«Io lì credo si sia semplicemente confuso. È come quando escono fuori le mie intercettazioni, esce fuori un pezzettino dove dicono ‘Tu hai detto domani vado lì. Dove intendevi?’. E cosa ne so io dopo dieci anni? Non è così facile. Poi magari ti hanno svegliato alle sei di mattina, ti hanno ribaltato casa, ti chiamano fuori, ti interrogano. Non è così facile ricordarsi tutto perfettamente. Secondo me lì semplicemente si è un attimo confuso, più che altro perché – cosa che non è stata detta – quando hanno fatto l’ultima perquisizione hanno trovato anche un foglietto dove mio padre ha annotato tutte le cifre che sono state date agli avvocati in quel periodo. In quel foglio, mio padre si è segnato le spese e se le è segnate in migliaia. Ci sono tutti i vari prelievi: 1000, 2000, 1500. Quindi, quando mio padre vuole scrivere in migliaia, scrive in migliaia; quando scrive 20-30, è per dire 20-30 euro».

Infine, sull’impronta di scarpa n.44, Sempio contesta: «Mi sembra strano che in 8 anni di processi se quell’impronta fosse stata una 44 non avessero mai cavalcato la cosa prima dicendo ‘Non Alberto Stasi aveva o non aveva quella marca di scarpe, ma è una 44, lui ha il 42’. Perché questa cosa non è mai uscita prima ed esce adesso? Questa è la cosa che non mi torna».

E anche sul DNA: «Come non mi torna appunto il discorso Dna, tutti d’accordo che non sia leggibile, adesso è leggibile».

Chiude con una frase netta: «Io non c’entro niente con questa storia. Non lo so, il procedimento che c’è adesso è inevitabile. Mi arriva addosso e devo solo aspettare che passi». Il tutto come scritto da adnkronos.com

Leggi anche
Denise Pipitone: la nuova ricostruzione del volto. Come potrebbe essere a 24 anni, la foto

Riproduzione riservata © 2025 - NM

ultimo aggiornamento: 25 Ottobre 2025 13:14

Denise Pipitone: la nuova ricostruzione del volto. Come potrebbe essere a 24 anni, la foto

nl pixel