Il giallo del delitto di Garlasco potrebbe regalare nuovi colpi di scena, o meglio, una nuova verità. Ecco chi è stato chiamato in causa.
Le vicende legate al delitto di Garlasco e l’omicidio Chiara Poggi continuano ad arricchirsi di ipotesi e presunte nuove verità. Dopo l’ennesimo giallo sul famoso scontrino di Andrea Sempio a Vigevano, ecco che Le Iene sono tornate ad occuparsi di quanto accaduto alla povera vittima uccisa il 13 agosto 2007 ponendo l’accento sulle testimonianze degli abitanti del paese relativamente ad una “determinata persona”, collocata “in un determinato posto” in una “determinata ora”.

Delitto di Garlasco: parlano gli abitanti del paese
Una possibile nuova verità in arrivo sul giallo del delitto di Garlasco e l’omicidio Chiara Poggi. In particolare ad occuparsi del caso sono state Le Iene con alcuni servizi che fanno riferimento alle testimonianze degli abitanti del paese che, messe insieme, andrebbero a chiamare in causa una persona precisa: la zia di Chiara Poggi, ovvero la madre delle gemelle Cappa, la signora Maria Rosa.
“Alcuni abitanti di Garlasco, che non si conoscono tra loro, avrebbero dichiarato di aver visto intorno alle 9:30, il giorno del delitto, la zia di Chiara Poggi, la signora Cappa, nei pressi di via Pascoli, luogo dell’omicidio. Ma è possibile cercare la verità su un fatto accaduto quasi vent’anni fa?”, si sono domandate Le Iene.
Le testimonianze
In un servizio de Le Iene già andato in onda, la trasmissione ha mostrato le testimonianze di alcuni cittadini di Garlasco che hanno fatto riferimento alla figura della donna. “C’è una signora che mi ha raccontato che la sua amica stava andando in Via Pascoli. E vede una macchina che sembra che le stia venendo addosso. Salta sul marciapiede e vede la moglie di Ermanno Cappa, il giorno dell’omicidio, intorno alle 9.30. Si gira e vede che con la macchina prende il marciapiede. Mi ha raccontato questa cosa qui”, ha fatto sapere un testimone.
In questo senso, chi si è occupato del servizio a Le Iene, ovvero Alessandro De Giuseppe, ha precisato che inizialmente queste testimonianze erano state bollate come dicerie di paese. Eppure, nel servizio, sono state ben tre le persone che, di fatto, senza conoscersi “concordano nel collocare una determinata persona in un determinato posto a una certa ora“. Un fatto che mette dubbi e nuovi interrogativi sulla vicenda e che dovrà essere chiarito. Va precisato che né la signora Maria Rosa né le figlie sono indagate in alcun modo.