Denise Pipitone, clamoroso Piera Maggio: “Mele marce in polizia”

Denise Pipitone, clamoroso Piera Maggio: “Mele marce in polizia”

Il caso della scomparsa di Denise Pipitone torna alla cronaca con il pesantissimo sfogo di sua madre, Piera Maggio.

Torna a parlare Piera Maggio, madre di Denise Pipitone, la piccola scomparsa da Mazara del Vallo ormai da oltre 20 anni. La donna ha scelto di scrivere un lungo post su Facebook nel quale ha sottolineato alcune particolarità della vicenda che ha coinvolto sua figlia. Nel dettaglio, spiccano le accuse ad una parte delle forze dell’ordine che lei stessa non ha esitato a definire “mela marcia”.

Denise Pipitone, lo sfogo della madre Piera Maggio

Attraverso un lungo post su Facebook, la madre di Denise Pipitone, Piera Maggio, ha tuonato ricostruendo alcuni dei momenti crucali legati alle indagini sulla sparizione di sua figlia avvenuta ormai da venti anni. “Da una discussione che Pietro ha avuto piuttosto accesa è emerso qualcosa di grave che ancora una volta ci conferma alcune mentalità malsane, incompetenza ed errori d’indagine a questo punto volutamente commessi. Sono trascorsi 20 anni e nonostante ciò gli sproloqui di qualche ex poliziotto non smettono di finire e non saranno di certo gli unici”.

La Maggio ha aggiunto ancora: “Ovviamente sia chiaro, tutto ciò non è rivolto a tutte le forze dell’ordine o a tutti coloro che vi hanno lavorato nell’indagine su nostra figlia. Non abbiamo mai fatto di tutta l’erba un fascio, non si dica questo di noi. Purtroppo all’interno di un nucleo operativo di forze dell’ordine di Mazara del Vallo, ancora oggi emerge quella parte di mela marcia che ci conferma che l’operato di alcuni nell’indagine è stato svolto con il pregiudizio e la convinzione del non coinvolgimento di quelle persone da noi subito segnalate”.

La madre di Denise ha proseguito: “Addirittura, cosa assai grave, durante la discussione ha anche attribuito a noi la mancata riuscita del ritrovamento di nostra figlia, quindi vi lascio immaginare l’ignoranza ma soprattutto la malvagità nel formulare accuse (sul nulla) a due genitori a cui hanno rapito la loro bambina e che vivono nel dolore. (Questa gente, prima di parlare inutilmente, vada a informarsi per bene.)”

Indagini viziate da errori

Nel suo sfogo social, la signora Maggio ha aggiunto: “Purtroppo ci rendiamo sempre più conto che l’indagine è stata viziata da comportamenti errati, che avevano a che fare con amicizie e conoscenze varie con soggetti coinvolti nell’indagine. L’innaturale ambiente di quel periodo non ha favorito una buona e delicata indagine che doveva essere avulsa da ogni conoscenza che andava in conflitto con la ricerca della verità”.

Evidente la rabbia e l’amarezza per quanto successo, secondo lei, fin dal principio per quanto concerne l’indagine legata alla scomparsa della figlia: “Non è che passandosi la patata bollente tra le mani possa renderli oggi degli eroi. C’è persino chi si difende di essere arrivato 28 giorni dopo nell’indagine, manco se avesse detto ‘2 anni’. Se qualcuno pensa di lavarsi la propria coscienza sporca, sappia che neanche il sapone potrà riuscirci”.

Il duro commento della Maggio è poi terminato: “Abbiano perlomeno la dignità e la consapevolezza degli errori commessi senza perseverare ancora facendoci del male con le loro parole, diversamente non potranno ricevere da parte nostra il silenzio davanti allo scempio. Con tutto il rispetto di ogni professione, ognuno deve saper svolgere il proprio lavoro e mansione, di fatto il lavoro d’indagine non è stato affidato al pescivendolo di turno… o perlomeno era ciò che noi pensavamo. Denise, ti chiediamo scusa noi per aver avuto a che fare con gente senza cuore, né dignità né senso di giustizia!”.

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