Deposito di carburante in Russia in fiamme, al confine con l’Ucraina

Deposito di carburante in Russia in fiamme, al confine con l’Ucraina

Un incendio di grande portata è scoppiato in un deposito di carburante in Russia, al confine con l’Ucraina.

La guerra tra Ucraina e Russia, che sta andando avanti da fine febbraio, ha causato delle gravissime conseguenze. La Russia sta continuando le ostilità nei confronti del popolo ucraino, eppure la Nato ha ormai confezionato ben sei pacchetti di sanzioni contro la patria di Vladimir Putin. La situazione è decisamente gravissima, con drammatici eventi accaduti a Bucha, Mariupol, Odessa e Chernobyl. In quest’ottica, l’ultimo evento estremamente grave riguarda un deposito di carburante.

L’incendio

Un incendio di grandissima portata è scoppiato all’interno di un deposito di carburante. Tale deposito si trova a Bryansk, in Russia, molto vicino al confine con l’Ucraina. A confermare tale notizia, sono state delle agenzie di stampa russe. Tali agenzie, però, non hanno fornito alcun dettaglio, né legato al numero di eventuali vittime, né in merito alle possibili cause dell’esplosione del deposito.

I crimini precedenti della Russia

Sebbene quest’incendio non sia imputabile a una parte o all’altra dei paesi coinvolti nel conflitto, almeno per ora, i precedenti eventi drammatici sono principalmente da imputare alla Russia. Come, ad esempio, la presa della centrale nucleare di Chernobyl. A tal proposito, Yurii Fomichev, il sindaco di Slavutich, le città satellite di Chernobyl dove alloggiano i lavoratori della centrale, ha commentato l’evento.

Incendio

“Non possiamo sapere cosa c’è nella testa dei russi. Non potevamo aspettarci che si impadronissero delle centrali nucleari. La nostra regione sarà sempre in pericolo fino a quando il sistema in Russia non cambierà. La minaccia esiste sempre”. Queste le parole di Slavutich, che fanno capire il sentiment generale legato alle azioni dei russi. Tutti si augurano che la patria di Vladimir Putin ponga fine alle ostilità nei confronti degli ucraini, eppure non sembra che questa possibilità possa materializzarsi velocemente.