Migranti, l’accordo tra Italia e Albania non convince: “Solo non vulnerabili”

Migranti, l’accordo tra Italia e Albania non convince: “Solo non vulnerabili”

Il patto tra Italia e Albania sulla gestione dei migranti solleva preoccupazioni tra le organizzazioni per i diritti umani.

La notte scorsa il governo Meloni ha depositato un documento alle Commissioni Affari istituzionali e Affari esteri della Camera, dando il via libera al ddl del protocollo Italia-Albania. L’accordo sulla gestione dei migranti però, ha sollevato una serie di preoccupazioni, per quanto riguarda i potenziali impatti negativi sulla tutela dei diritti umani di chi sbarca sulle coste.

Cosa prevede l’accordo Italia-Albania?

Emergono dettagli sull’accordo siglato tra Italia e Albania sul trasferimento di migranti. Secondo il trattato, nessuna persona ospitata da questi centri potrà provenire dalla Libia. Inoltre, come spiega Repubblica, sono esclusi i vulnerabili, come “minori, donne, disabili, anziani, genitori single con figli minori, persone malate, vittime di tratta, vittime di stupri, violenza psicologica, fisica, sessuale, vittime di mutilazioni genitali”.

Questo, secondo quanto emerso, ridimensiona in maniera consistente la reale portata dell’operazione. I migranti effettivamente destinati all’Albania saranno sicuramente molti meno dei 36.000 di cui parla il protocollo.

La protesta di Amnesty: “Si calpestano i diritti dei migranti”

Nonostante le proteste delle opposizioni, la commissione ha approvato l’accordo tra Italia e Albania sui migranti, che adesso è atteso in Aula lunedì 22 gennaio. Ma a sollevare numerose critiche sono state anche alcune organizzazioni, come Amnesty International, che ha messo in luce le serie criticità dell’accordo.

In particolare, è stata contestualizzata la tendenza internazionale verso l’esternalizzazione del controllo delle frontiere e dell’esame delle domande di asilo. L’organizzazione ha evidenziato la violazione dell’obbligo internazionale di garantire uno sbarco rapido in un luogo sicuro dopo il salvataggio, con il protocollo che impone un lungo tragitto di circa 1000 km dal Mediterraneo centrale verso l’Albania.

Questo potrebbe compromettere la sicurezza e la salute dei migranti, già provati dalle esperienze vissute in mare. Mentre le organizzazioni per i diritti umani esprimono preoccupazione per i potenziali impatti negativi del protocollo, colpiscono forte anche le polemiche politiche intorno all’accordo.