M5s, Di Maio assediato dai ribelli. Le dimissioni sono improbabili ma non impossibili

M5s, Di Maio assediato dai ribelli. Le dimissioni sono improbabili ma non impossibili

Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio allontana l’ipotesi delle dimissioni ma il leader politico potrebbe essere costretto a fare un passo indietro prima degli Stati generali.

Luigi Di Maio è assediato dai ribelli del Movimento 5 Stelle. E le espulsioni non possono essere la soluzione a tutti i problemi. Il rischio è infatti quello di indebolire eccessivamente la forza politica sulla quale si regge il governo in Parlamento.

Roma 05/09/2019 – giuramento Governo Italiano / foto Insidefoto/Image nella foto: Luigi Di Maio-Giuseppe Conte

Movimento 5 Stelle, Di Maio non pensa alle dimissioni…

Stando a quanto riferito da il Corriere della Sera, Luigi Di Maio, in uno sfogo, avrebbe minacciato di dimettersi. La frase sarebbe stata pronunciata in senso di sfida e non di resa. Una provocazione e non un progetto. E in effetti le dimissioni (volontarie) del leader politico del Movimento 5 Stelle sono altamente improbabili.

Roma 02/06/2019 – Festa della Repubblica / foto Samantha Zucchi/Insidefoto/Image nella foto: Luigi di Maio

Mail leader politico potrebbe essere costretto a fare un passo indietro

Ma in casa M5s sono tanti quelli che chiedono un passo indietro da parte del capo politico, che potrebbe essere immolato sull’altare della maggioranza di governo. Inoltre la pressione su Di Maio potrebbe aumentare dopo le elezioni regionali, dove si profila una netta sconfitta del Movimento 5 Stelle.

Luigi Di Maio

La gestione collegiale del potere: Di Maio potrebbe non essere più un uomo solo al comando

Al momento l’ipotesi più probabile è che il nuovo Movimento 5 Stelle avrà una gestione collegiale del potere. Di Maio non sarebbe più un uomo solo al comando ma sarebbe affiancato da un team con potere decisionale. Un’iniezione di democrazia in un Movimento rimasto intrappolato nelle fitte reti di Palazzo.

Ma il leader politico dovrebbe resistere fino al prossimo mese di marzo, quando si riuniranno gli Stati generali. Dovrebbe quindi superare indenne appuntamenti pericolosi come le elezioni regionali, il voto su Matteo Salvini per il caso Gregoretti, le discussioni sulla prescrizione e quelle sulla revoca delle concessioni ad Autostrade, tanto per citare alcuni degli ostacoli sul percorso del leader pentastellato.

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