Proroghe dei termini e modifiche al modello per la dichiarazione
La dichiarazione IRAP 2017 potrà essere effettuata dalle nuove aziende entro Ottobre, e il modulo per la dichiarazione è stato rinnovato.
Chi deve pagare l’IRAP?
L’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) fu istituita 20 anni fa e divenuta nel 2008 una tassa vera e propria. Il suo scopo è fornire alle regione le risorse necessarie a finanziare il Fondo Sanitario Nazionale.
Sono tenuti al pagamento dell’IRAP le Aziende, i liberi professionisti e gli Enti, le Pubbliche Amministrazioni e i lavoratori agricoli (ai quali possono beneficiare di un’esonero in casi particolari).
In alcune Regioni italiane l’IRAP è più gravosa che in altre, poiché queste regioni si avvalsero nel 2006 di aumentare l’aliquota dell’Irap di un punto percentuale al fine di far fronte a ingenti spese sanitarie. Ne deriva che in Lazio, Abruzzo, Campania, Molise e Sicilia l’aliquota IRAP fissata al 3,90% debba essere moltiplicata per 0,9176.
Le variazioni nella dichiarazione IRAP 2017
I modelli da compilare per procedere alla dichiarazione IRAP quest’anno sono stati modificati per correggere alcuni refusi ma soprattutto per adeguarli a modifiche della normative entrate in vigore dopo l’emissione dei moduli originali.
Tra le novità principali una casella (articolo 13 bis) che va barrata nel caso in cui l’azienda soggetto della dichiarazione paghi l’IRAP per la prima volta, avvalendosi della proroga dei termini. Normalmente infatti l’IRAP si paga in due rate, che scadono rispettivamente il 16 Giugno e il 30 Novembre. Con la prima rata dev’essere versato anche il saldo dell’anno precedente. Le imprese interessate dalle novità sul bilancio invece potranno pagare la prima rata entro il 16 Ottobre 2017.
Per usufruire di alcune agevolazioni tra cui l’ACE, l’acconto IRES 2017 imposta 2016 dovrà essere ricalcolato tenendo conto dei soli incrementi di reddito registrati nel quinquennio 2012 – 2016.
Si dovrà presentare un visto di conformità per tutte quelle dichiarazioni IRAP che siano superiori ai 5.000 Euro annui (e non più ai 15.000 Euro come fissato dalla legge precedente).