Dichiarazioni spontanee in Tribunale di Mimmo Lucano: “Rifarei tutto. Io ho assecondato le richieste di gente che aveva bisogno di aiuto”.
RIACE (REGGIO CALABRIA) – Mimmo Lucano ritorna a parlare in Tribunale. E lo fa per 70 minuti spiegando nei particolari il modello Riace: “Quando c’erano gli sbarchi – precisa l’ex sindaco – bisognava trovare una soluzione per donne e bambini. A Riace c’era un modello che permetteva di dare le case a queste persone che avevano bisogno. E io ho detto sempre sì perché vedevo una crescita della città e alcuni mi chiamavano anche San Lucano. E adesso vengono accusato per quello che mi è stato chiesto dalla Prefettura e dal Ministero dell’Interno“.
Nessun passo indietro da parte dell’ex primo cittadino di Riace: “Se quello di cui mi si accusa è di aver dato casa a disperati e a figli ultimi del mondo, io lo rifarei“.
Mimmo Lucano in Tribunale: “A Riace è stata sempre e solo una missione politica e umana”
Nessun interesse economico da parte di Mimmo Lucano in questo modello Riace: “Nella mia città abbiamo fatto questo solo per una missione politica e umana. Ho visto persone soffrire, vittime di un mondo ingiusto. E’ facile mandarli via quando sono numeri sulla carta ma quando hai bambini a scuola, come fai a chiuderla“.
E l’ex sindaco ricorda anche la 26enne morta nel ghetto di San Ferdinando: “L’hanno mandata via da Riace e fatta vivere senza luce e senza acqua, dove per scaldarsi poteva accedersi solo il fuoco. Accanto a lei hanno trovato una carta d’identità firmata da me e di questo ne vado fiero. Se credono che io abbia sbagliato mi processino ma ho solo aiutato gli ultimi e rifarei di nuovo tutto“. Lucano, infine, ha voluto ringraziare la Croce Rossa che è stata “la prima ad aiutarci in questa questione di umanità”.
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