Salvini: “Al lavoro con Draghi per le riaperture dopo Pasqua” – VIDEO

Salvini: “Al lavoro con Draghi per le riaperture dopo Pasqua” – VIDEO

Matteo Salvini sul decreto aprile: “Lavoro e salute possono camminare insieme”. E Forza Italia chiede un check a metà aprile.

ROMA – Matteo Salvini è ritornato sul decreto aprile con un breve video pubblicato sui social per ribadire la posizione della Lega. “Siamo al fianco del premier Draghi e lavoriamo per offrire agli italiani tre risultati: cure, vaccini e terapie domiciliari, ma anche i rimborsi economici alle famiglie e alle imprese […]. E poi, dopo Pasqua, nelle città italiane con la situazione sanitaria sotto controllo, un piano di riaperture, di ritorno alla normalità. Salute e lavoro possono, anzi devono, camminare insieme“.

Forza Italia: “Serve un tagliando a metà aprile”

Il Centrodestra spinge per un provvedimento più corto e un tagliando a metà aprile. “Con 24mila contagi al giorno è davvero difficile programmare le riaperture – le parole di Roberto Occhiuto (FI), riportate da La Repubblica per questo sposiamo la linea della prudenza che deve essere accompagnata da tutti aiuti concreti e immediate alle categorie […]. Chiederemo con forza uno scostamento di bilancio per dare respiro a bar, ristoranti, palestre e piscine […]“.

Da Forza Italia anche una richiesta al premier Draghi: “Nel nostro intendimento, inoltre, il prossimo decreto dovrebbe vedere una sora di tagliando da fare a metà aprile, che magari, con numeri meno drammatici, possa portare a qualche mirata riapertura“.

Montecitorio

La data del 18 aprile

La partita sul prossimo decreto non è ancora chiusa. Il premier Draghi non ha nessuna intenzione di accelerare e ha già convocato il Comitato tecnico-scientifico per la giornata di lunedì 29 marzo per fare il punto della situazione.

Il presidente del Consiglio ragiona sulla possibilità di ridurre la durata del nuovo provvedimento. La data cerchiata in rosso sul calendario è quella del 18 aprile. Un giusto compromesso tra aperturisti e rigoristi per evitare un Consiglio dei ministri che, ad oggi, si preannuncia molto infuocato.