Richiesta del giudice nel caso Diddy: ecco cosa ha imposto a una donna

Richiesta del giudice nel caso Diddy: ecco cosa ha imposto a una donna

Il giudice federale ha ordinato che una donna, accusatrice anonima di Sean “Diddy” Combs, renda pubblica la propria identità.

Mercoledì scorso, il giudice distrettuale Mary Kay Vyskocil ha stabilito che una delle donne che accusano il magnate del rap Sean “Diddy” Combs di violenza sessuale dovrà rivelare la propria identità, come riporta Reuters

Caso Diddy: la decisione del giudice sull’anonimato dell’accusatrice

Questa decisione segna un momento cruciale in un procedimento che coinvolge un numero crescente di accusatrici, alcune delle quali hanno scelto l’anonimato.

Secondo la sentenza, “l’equilibrio degli interessi in gioco pesa fortemente” contro il mantenimento dell’anonimato, una posizione che sembra sottolineare la centralità dell’apertura giudiziaria e il diritto della difesa di Combs di verificare la credibilità delle testimonianze.

Gli avvocati di Combs e la richiesta di trasparenza

Gli avvocati di Diddy, attualmente detenuto nel carcere federale di Brooklyn, hanno argomentato che è fondamentale conoscere l’identità delle accusatrici per poter esaminare il loro passato e la loro affidabilità. 

Il giudice Vyskocil ha sottolineato che anche l’interesse pubblico gioca un ruolo determinante, definendo irrinunciabile il diritto del pubblico a conoscere i nomi dei querelanti: “L’interesse del querelante a evitare lo scrutinio pubblico, o addirittura l’imbarazzo, non supera l’interesse di Combs e del pubblico alla consueta e costituzionalmente incorporata presunzione di apertura dei procedimenti giudiziari”.

Accuse e sviluppi futuri

Sean Combs, che ha 54 anni, è già stato citato in giudizio da più accusatrici, tra cui la sua ex compagna, la cantante Cassie Ventura, e l’artista Dawn Richard, le quali hanno scelto di rendere pubblico il proprio nome. 

Il produttore musicale, inoltre, si trova a rispondere a gravi accuse di traffico sessuale a Manhattan e ha negato tutte le accuse, ad eccezione di un episodio di violenza documentato nel 2016.

Resta da chiarire se questa sentenza potrà avere ripercussioni anche su altre denunce, in particolare per quelle presentate nel distretto di Manhattan. Gli avvocati di Combs, intanto, continuano a sollecitare che anche le altre accusatrici vengano identificate dalle autorità.