Dieselgate BMW, perquisizioni presso la sede centrale di Monaco
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Dieselgate, blitz della polizia presso gli uffici della BMW

Dieselgate BMW

Nel mirino degli inquirenti ci sarebbero software alterati per contenere i valori delle emissioni inquinanti di circa 11mila vetture. Nuovi controlli anche nei confronti della Volkswagen per alterazione del mercato.

Le autorità tedesche continuano le indagini per frode relative al caso dieselgate ed alla manipolazione dei software di controllo delle emissioni inquinanti, la cui ombra da tempo si allunga sul gruppo Vokswagen e, più in generale, su tutta l’industria automobilistica tedesca. Stavolta, infatti, è toccato alla BMW finire nel mirino degli inquirenti.

Bonus 2024: tutte le agevolazioni

Dieselgate BMW, perquisizioni a tappeto

Il 20 marzo, in una operazione condotta da parte della Procura di Monaco di Baviera, in collaborazione con l’autorità tedesca che vigila sul settore automobilistico (la KBA), un centinaio di agenti di Polizia hanno effettuato una vasta perquisizione presso i locali dell’azienda bavarese. Come ha poi reso noto un portavoce della stessa BMW, le perquisizioni hanno riguardato la sede centrale del gruppo, il centro di innovazione e ricerca e l’impianto austriaco in cui vengono assemblati i motori turbodiesel BMW.

Gli inquirenti indagano sulla possibilità che l’azienda di Monaco di Baviera abbia utilizzato software manipolati per alterare i valori delle emissioni inquinanti di circa 11mila vetture vendute in Germania. A onor del vero, in un comunicato stampa emesso lo scorso 23 febbraio, la stessa BMW aveva denunciato la presenza di un software anomalo, montato per errore sulle vetture di cui sopra. La versione ‘ufficiale’ fornita dal costruttore bavarese non ha persuaso la Procura di Stato dai sospetti di una manipolazione volontaria. Le indagini, che coinvolgono anche la Audi, sono al momento ad uno stadio preliminare.

Dieselgate BMW
Fonte immagine: https://www.flickr.com/photos/upcomingvehiclesx/7264381492

La casa costruttrice ha affidato la propria reazione ad una nota stampa in cui sottolinea come l’inchiesta riguardi un aggiornamento del software installato per errore (in quanto non adatto) sui modelli BMW 750d e BMW M550d e per tanto respinge l’ipotesi che si tratti di un tentativo volontario di manipolare i dispositivi. Inoltre, tramite un portavoce, l’azienda ha fatto sapere che richiamerà i veicoli in questione e renderà pubblici i dati dell’indagine interna.

Dieselgate Volkswagen, nuove perquisizioni

All’inizio di marzo, nuove perquisizioni avevano riguardato anche le sedi della Volkswagen. La casa di Wolfsburg, quella maggiormente colpita dallo scandalo emissioni, ha già dovuto far fronte a spese di oltre 22 miliardi, alle quali vanno aggiunte quelle per le numerosa cause legali ancora in corso. Le nuove perquisizioni fanno capo ad una nuova accusa, ovvero quella di aver condizionato il mercato mediante la diffusione di notizie false. La Volkswagen avrebbe infatti tentato di contenere le proporzioni dello scandalo, indicando un numero di vetture coinvolte nettamente inferiore a quello reale (solo 36mila contro 800mila), sia per tranquillizzare gli investitori del gruppo sia per limitare le spese relative al richiamo ed all’aggiornamento dei veicoli coinvolti nello scandalo.

Fonte immagine: https://www.flickr.com/photos/33200530@N04/34697145762

Fonte immagine: https://www.flickr.com/photos/upcomingvehiclesx/7264381492

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 21 Marzo 2018 17:24

Uber, stop ai test di guida autonoma dopo incidente mortale

nl pixel