La Turchia avverte che escluderla dalla difesa comune europea sarebbe una “strategia irrealistica”. I dettagli.
L’Europa si trova di fronte a una delle sue sfide più complesse: costruire un sistema di difesa comune indipendente dalle garanzie di sicurezza offerte dagli Stati Uniti. Con la guerra in Ucraina e la crescente instabilità globale, i Paesi europei stanno valutando nuove strategie per garantire la loro sicurezza. Tuttavia, una questione centrale emerge: quale sarà il ruolo della Turchia in questo scenario?
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Il peso geopolitico della Turchia
La Turchia occupa una posizione strategica tra Europa e Asia, controllando il passaggio tra il Mar Nero e il Mediterraneo. Inoltre, dispone di uno degli eserciti più potenti della NATO, con tecnologie avanzate e una forza militare significativa. Nonostante ciò, le sue relazioni con l’Unione Europea sono spesso tese, complicate da questioni come i diritti umani, la politica estera autonoma e i rapporti con la Russia.
Negli ultimi anni, Ankara ha dimostrato di saper agire in modo indipendente rispetto all’Occidente, intervenendo in conflitti regionali e rafforzando i suoi legami con Mosca. Questo ha generato preoccupazioni tra gli Stati membri dell’UE, che temono che una partecipazione turca alla difesa comune possa compromettere la coesione strategica del blocco.
La richiesta di Ankara: “Escluderci sarebbe un errore”
Giovedì scorso, il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha espresso una posizione chiara: la Turchia non può essere esclusa dai futuri piani di difesa comune europea. Durante una conferenza stampa con il suo omologo albanese, ha dichiarato:
“Un approccio all’architettura di sicurezza che escluda una forza militare come la Turchia non sarebbe molto realistico.”
E ha aggiunto:
“Se una struttura di sicurezza europea diventerà operativa, non potrà essere realizzata senza la Turchia.”
Fidan ha anche sottolineato il cambiamento di rotta della politica estera statunitense, affermando che “le opinioni e le politiche dell’amministrazione Trump sulla guerra in Ucraina sono quasi diametralmente opposte a quelle dell’amministrazione precedente.”
Le sue parole arrivano in un momento critico, mentre i governi europei cercano di ridurre la loro dipendenza dagli Stati Uniti. Ma l’integrazione della Turchia in una possibile alleanza di difesa europea potrebbe rivelarsi complessa: la sua politica estera autonoma e le relazioni con Mosca sollevano dubbi sulla compatibilità con gli obiettivi strategici dell’UE.
Nel corso della conferenza stampa, Fidan ha anche rivolto un appello alla comunità internazionale per un’azione urgente a Gaza, avvertendo sul rischio di una catastrofe umanitaria dovuta alla mancanza di cibo e medicine. Ha chiesto l’adozione di “metodi alternativi per far arrivare gli aiuti umanitari nel territorio.”
Nel frattempo, la cooperazione economica tra Turchia e Albania continua a rafforzarsi, con l’obiettivo di aumentare il volume degli scambi bilaterali fino a 1 miliardo di euro all’anno e, a lungo termine, di raddoppiarlo attraverso nuove opportunità di investimento.
La richiesta turca di un coinvolgimento nella difesa comune europea apre un nuovo dibattito sulla sicurezza del continente. L’Europa può permettersi di ignorare un attore chiave come Ankara?