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Direttore: Alessandro Plateroti

Chi crede nell’industria non investe su dazi e sussidi

Grafico Borsa

Stellantis nel caos post-Tavares: dividendi record, investimenti assenti e rischio per il futuro industriale.

Taglio dei costi, licenziamenti, chiusure di fabbriche e marchi, aiuti di Stato, sussidi alle vendite, dazi contro la Cina: e soprattutto, tanto denaro ai grandi soci. Come gli investitori di Borsa avevano capito da tempo, il “piano strategico” di Carlos Tavares per la “crescita” di Stellantis ha affondato conti, credibilità e prospettive della casa automobilistica franco italiana.

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Dividendi al top, ma le azioni crollano: il paradosso Stellantis

Le dimissioni del manager hanno provocato un nuovo crollo delle azioni in Borsa, ma e’ soprattutto il rischio di una distruzione irreversibile di valore industriale che preoccupa di più: tra incertezze geopolitiche e di mercato, aspettare un anno per scelta del nuovo Ceo e’ un lusso che il gruppo, la famiglia Agnelli e i soci francesi non posso permettersi.

Tavares è uscito di scena, ma le responsabilità del Consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo sugli errori e le ambiguità dell’ex capo azienda sono enormi. Non solo sotto il profilo industriale, ma anche sotto quello finanziario: fare cassa con i dividendi sembra essere stata finora la vera priorità degli amministratori e dei manager.

Carlos Tavares
Carlos Tavares

Gli errori strategici del management sotto accusa

Tra bonus, stock option e “giusta remunerazione” dei grandi fondi di investimento di Wall Street, Stellantis e’ diventata la Regina dei dividendi, ma la Cenerentola delle vendite, dei profitti e soprattutto del titolo in Borsa. In casa Stellantis, quello che conta è il “dividend yeld”, il rendimento finanziario delle cedole che si incassa indipendentemente dal corso del titolo azionario. Nel caso Stellantis, il titolo ha perso oltre 70% dal massimo dei 12 mesi, ma il dividend yield delle azioni e’ volato al 10%, un livello più alto dei concorrenti e soprattutto ben gradito ai soci di maggioranza e ai grandi investitori istituzionali.

E mentre gli investimenti industriali sono spariti dai radar, Stellantis ha ricomprato quest’anno azioni proprie per 7 miliardi di euro: chi ha più azioni comanda, ma chi non investe subisce. E non solo per la concorrenza dei cinesi o per i dazi di Trump.

Boom di turnover tra i Ceo: un trend globale nel 2024

Comunque sia, nell’attuale disordine globale, e’ interessante notare che le dimissioni di un capo azienda del calibro di Tavares, non sono più un caso raro nell’enclave delle multinazionali industriali. Anzi, il contrario. 

Quest’anno si sono verificati infatti cambiamenti significativi nel turnover dei Ceo: solo nel primo trimestre del 2024, secondo i dati della società di consulenza Challenger, Gray & Christmas, ben 622 amministratori delegati di aziende quotate hanno rassegnato le dimissioni. Si tratta di un aumento del 50% rispetto al primo trimestre del 2023, che era stato già un anno record per i licenziamenti dei super manager. Gli amministratori in consiglio, al contrario, non cambiano mai.

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ultimo aggiornamento: 2 Dicembre 2024 14:58

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