Direttiva case green: cosa cambia per gli italiani

Direttiva case green: cosa cambia per gli italiani

Oggi al Parlamento Ue di Bruxelles arriva la prima votazione sulla direttiva delle case green. Ecco cosa comporta per gli italiani.

Prima votazione per la direttiva sulle case green attesa oggi dal Parlamento europeo. La norma, molto discussa e contestata da molti governi, dovrà avere il suo prima via libera. Questa direttiva prevede la ristrutturazione degli edifici pubblici e privati per un efficientamento energetico soprattutto a causa dei prezzi troppo elevati.

L’obiettivo è portare tutti gli edifici alla classe energetica E entro il 2033. Dopo il via libera della commissione industria all’Europarlamento ci sarà una plenaria a marzo e la negoziazione al trilogo, ovvero tra i tre organi europei. Il testo ancora non è definitivo ma l’intenzione di proseguire c’è tutta. I paesi membri chiedono di valutare i vari contro che si sono paventati, partendo dai prezzi delle materie prime troppo elevati e la scarsa disponibilità di manodopera qualificata. I paesi chiedono deroghe e target per rivalutare gli standard minimi da raggiungere.

Le eccezioni potranno essere applicate fino a massimo il 22% degli immobili e non potranno andare oltre il 2037. Per il ministro dell’ambiente italiano, Pichetto Fratin la direttiva «va emendata per adattarla al contesto italiano che è speciale rispetto al resto d’Europa. Il patrimonio immobiliare del nostro Paese è antico, prezioso e fragile». Così come il ministro degli Affari europei Fitto che ha sottolineato la differenza degli immobili italiani e ha ribadito che il governo presenterà il suo piano per difendere la sua peculiarità.

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Le indicazioni sono più flessibili ma ancora preoccupano

Aperture alla flessibilità e ai compromessi sono arrivati dall’Europa che ha intenzione di lasciare ampia flessibilità agli Stati membri sulla ristrutturazione. Le indicazioni della direttiva sono meno stringenti rispetto alla partenza ma comunque destano preoccupazione. Anche l’obiettivo è cambiato: dalla classe E entro il 2030 e D entro il 2033 si è arrivati a F entro 2030 e E entro 2033.

Gli obiettivi di classe energetica che dovranno raggiungere gli edifici residenziali, infatti, sono più sfidanti rispetto alle precedenti ipotesi. Attualmente le abitazioni in classe inferiore alla D sono circa il 74% (34% G, 23,8% F, 15,9% E) in Italia, per questo milioni di italiani si chiedono quando dovranno essere obbligati a ristrutturare e chi pagherà questa ingente spesa. Esclusi dalla direttiva sono gli edifici protetti di particolare pregio storico e architettonico, i luoghi di culto, gli edifici temporanei, le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno, gli immobili autonomi con una superficie inferiore ai 50 metri quadri.