Case green, approvata la direttiva. L’Italia contraria

Case green, approvata la direttiva. L’Italia contraria

Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sulle case green ma in Italia la maggioranza si è detta contraria.

A Strasburgo è stata approvata la direttiva per l’efficientamento energetico degli edifici, la cosiddetta direttiva sulle case green. In Italia però, dove la maggioranza si è sempre posta contraria alla direttiva, è scoppiata la polemica sulla fattibilità di questo piano ambizioso nel nostro Paese.

La direttiva prevede la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033 per gli edifici residenziali. L’obiettivo è agire in primis sul 15% degli edifici più energivori, che andranno così collocati dai diversi paesi membri nella classe energetica più bassa, la G. Queste regole puntano all’azzeramento delle emissioni per gli edifici nel 2050.

pannelli fotovoltaici

L’opposizione del governo italiano che annuncia battaglia

I detrattori di questa direttiva, come la maggioranza del governo italiano, puntano sugli onerosi costi che si dovranno sostenere per arrivare all’efficienza energetica, costi che saranno gonfiati a causa delle distorsioni del mercato. Roma annuncia battaglia fino all’ultimo come fatto finora. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Fratin annunciando: “continueremo a batterci a difesa dell’interesse nazionale”.

“Non mettiamo in discussione gli obiettivi ambientali di decarbonizzazione e di riqualificazione del patrimonio edilizio, che restano fondamentali” sottolinea il ministro. Ma spiega che quello che manca nel testo è una “presa in considerazione del contesto italiano diverso da quello di altri paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come ‘bene rifugio’ delle famiglie italiane“.

In Italia rischia di rendersi inapplicabile

Il nostro Paese è ricco di immobili antichi e secondo le stime dovranno essere ristrutturati circa 11 milioni di case italiane nei prossimi dieci anni. Quello che non soddisfa il ministro Pichetto Fratin sono soprattutto gli obiettivi temporali soprattutto per gli edifici esistenti che ad oggi non sono raggiungibili per l’Italia. Il testo come è ora potrebbe inficiare l’applicabilità della direttiva, facendo così venire meno l’obiettivo green.

Forti anche della mozione approvata dal nostro Parlamento agiremo per un risultato negoziale che riconosca le ragioni italiane” ha concluso il ministro.

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