Alla fine della direzione Pd, il partito si ricompatta attorno alla figura del reggente Maurizio Martina.
La direzione Pd, che avrebbe potuto in altri scenari aprire a un sodalizio tra i dem e il M5s, richiude ogni spiraglio di dialogo ma, almeno apparentemente, ricompatta il partito attorno alla figura del reggente Maurizio Martina.
Secondo quanto riferito da Repubblica, quest’oggi hanno preso parte alla direzione, tra gli altri, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, l’ex segretario Matteo Renzi, e i ministri Franceschini, Minniti, Orlando, Calenda, Madia e Finocchiaro.
Direzione Pd, Martina: “Serve ripensamento su come si sta insieme“
Queste alcune delle parole del reggente Martina: “Non si tratta di tornare indietro, né andare oltre, ma riprogettare per ripartire. Serve un ripensamento netto su come si sta insieme, su come ci si confronta e si prendono le decisioni dopo essersi ascoltati e aver fatto un confronto con la voglia di costruire una risposta insieme non solo con rapporti di forza“.
“Con il M5s il capitolo è chiuso“, ha quindi proseguito l’ex vice Renzi, “parlavamo molto di loro, ma il tema vero eravamo noi e il nostro ruolo. Per me era non condannarci all’irrilevanza e accettare una sfida. Era un’ipotesi più rischiosa ma l’ho immaginata per come potevo fino a qui con questa ambizione“.
Poi la doppia chiusura: “Per noi il tema non è mai stato votare Salvini o Di Maio premier. Ma per noi il tema non potrà mai essere nemmeno sostenere un qualsivoglia percorso con Salvini, Berlusconi e Meloni come soci di riferimento. Tanto più impossibile chiaramente per noi un governo a trazione leghista. Lunedì si terranno nuove consultazioni e dovremo avere atteggiamento costruttivo verso la presidenza“.
La relazione del reggente è stata approvata all’unanimità. Ascia di guerra sotterrata, dunque, dalla fazione renziana del Pd, che appoggia il nuovo corso di Martina.