Focolaio al Billionaire, per i pm fu epidemia colposa

Focolaio al Billionaire, per i pm fu epidemia colposa

Emergenza coronavirus, discoteche aperte in Sardegna: la Procura di Cagliari ha aperto un’inchiesta per epidemia colposa.

La Procura di Cagliari ha aperto un’inchiesta sull’apertura delle discoteche aperte in Sardegna che, la scorsa estate, avrebbe favorito la diffusione del coronavirus sull’isola e, indirettamente, nel resto d’Italia.

Emergenza coronavirus, discoteche aperte in Sardegna, inchiesta della Procura di Cagliari

L’indagine è partita dal servizio di Report e si concentra sull’apertura delle discoteche in Sardegna durante l’estate 2020, inevitabilmente condizionata dall’emergenza coronavirus.

L’indagine si concentra su un’ipotesi di reato pesante, ossia quella di epidemia colposa. L’ipotesi è che l’apertura delle discoteche hanno contribuito in qualche modo alla diffusione del coronavirus prima in Sardegna e poi nel resto d’Italia. Gli inquirenti lavorano per capire se i vertici della Regione Sardegna abbiano autorizzato la riapertura di questi locali nonostante i rischi noti legati alla diffusione del Covid-19.

I punti cruciali sono due. Il governo ha sempre ribadito di non aver mai disposto la riapertura di discoteche e sale da ballo. Molti locali invece hanno riaperto le piste da ballo, dove evidentemente non era facile mantenere la distanza di sicurezza tra le persone. Il secondo aspetto fondamentale è che la Sardegna rappresenta il cuore pulsante dell’estate italiana. Tantissime persone scelgono la splendida isola che si distingue per un mare splendido e per la movida serale e notturna. Da qui l’ipotesi investigativa secondo cui la riapertura delle discoteche avrebbe favorito la diffusione del coronavirus.

Blitz della Polizia in Regione

Nella giornata del 12 novembre, gli uomini della Polizia si sono recati nella sede della Regione Sardegna per acquisire i documenti relativi alla riapertura delle discoteche in prossimità del Ferragosto. Stando a quanto riferito dai media, gli agenti avrebbero acquisito anche i documenti con i pareri del Cts e le ordinanze della Regione.

Secondo le prime indiscrezioni, tra le carte e i documenti ci sarebbe anche il parere favorevole del Cts regionale, che quindi avrebbe in qualche modo avallato la riapertura delle discoteche.

La versione di Vella

Il noto infettivologo Vella, membro del Cts della Sardegna, ha parlato ai microfoni de la Repubblica della mail che sarebbe stata interpretata come un parere positivo del Comitato Tecnico Scientifico.

“Guardi, non posso parlare molto perché c’è un’indagine in corso […]. Però una cosa la voglio dire: quella mail non è, né può essere considerata, un parere del Cts. Nè tanto meno un parere positivo all’idea di tenere aperte le discoteche in estate, verso cui, come Comitato, ci siamo sempre ufficialmente opposti, ritenendola pericolosa e sbagliata, visto il grande afflusso di turisti sull’isola. Io parlavo solo a titolo personale”, ha dichiarato Vella come riferito da la Repubblica.

“Ho dato l’ok solo al testo dell’ordinanza che mi è stata mandata in extremis, senza che fosse stato mai convocato il Cts. In Regione avevano una gran fretta di farla uscire. L’ho fatto perché, fermo restando la nostra opposizione alla riapertura, la bozza recepiva delle nostre indicazioni, come il divieto di ballo nei locali al chiuso. Ho provato a ridurre il danno di una scelta politica che era già stata presa”.

La puntata di Report

Come anticipato, l’inchiesta nasce dal servizio di Report andato in onda nella giornata del 9 novembre.

“Non si trattava di tenere aperte le discoteche fino al 31 agosto, perché così avremmo ammazzato la Sardegna, considerato che il contagio iniziava a crescere. Solo uno o due giorni. Abbiamo rischiato un po’. Non volevamo rischiare sulle vite umane, ma abbiamo visto che il contagio non era ancora così importante”, ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia Angelo Cocciu. “Mi sono arrivate tante telefonate durante un Consiglio regionale circa venti o venticinque… Hanno cominciato a chiamarci gli imprenditori, a me e agli altri capigruppo. Mi dicevano Angelo aiutaci, siamo nella m…“.

Di seguito le puntate complete di Report.

Discoteca

Focolaio al Billionaire, per i pm fu epidemia colposa

La chiusura dell’indagine ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati l’amministratore unico del Billionaire con l’accusa di epidemia colposa. Ai gestori di Phi Beach e Country Club sono contestate le lesioni colpose.

L’ipotesi degli inquirenti è che i gestori dei locali non avrebbero rispettato le norme anti-Covid o almeno non appieno e non secondo gli standard predefiniti. Per queste mancanze decine di dipendenti avrebbero contratto il virus.

Flavio Briatore