Dopo gli episodi di violenza e stupro da parte dei minori, l’attenzione va sull’uso dei cellulari da parte dei soggetti pericolosi.
A seguito delle tragiche vicende di Caivano, il governo Meloni ha deciso di mettere a punto un piano per la prevenzione della criminalità minorile. Arriva quindi il cosiddetto “decreto Caivano”, varato dal Consiglio dei ministri di ieri 7 settembre. Tra le norme inserite, si prevede il divieto dei cellulari ai ragazzini ritenuti “pericolosi”.
Il daspo urbano, cosa prevede?
Si tratta di un pacchetto di norme ad hoc, che vanno dall’obbligo scolastico alle pene per i ragazzini che vengono trovati con armi o droga. Tra le diverse misure, è stata approvata l’estensione dell’applicabilità del cosiddetto “daspo urbano”, anche a chi ha appena 14 anni d’età, che ora è riservato solo ai maggiorenni.
Il daspo urbano scatterà anche con la “detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio“, impedendo a chi verrà segnalato dagli agenti come potenziale rivenditore di droga di avvicinarsi a locali pubblici, scuole ed università.
Il divieto potrà “essere applicato ai soggetti denunciati“, sia per i reati contro la persona e il patrimonio ma “anche per il reato di porto di arma impropria, quello di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale e il reato di resistenza a un pubblico ufficiale“, come riferisce il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Il divieto dei cellulari ai ragazzini
Nel nuovo Decreto Caivano, si aggiungerebbe anche una pagina completamente dedicata all’uso dei mezzi di comunicazione e si lega a quello che viene chiamato “avviso orale”. Si tratta di un provvedimento con cui il questore avvisa oralmente il soggetto socialmente pericoloso che esistono indizi a suo carico, invitandolo a mantenere una condotta conforme alla legge.
Con le nuove norme l’avviso orale – fino ad oggi dedicato anch’esso solo ai maggiorenni – è reso applicabile anche ai minorenni a partire dai 14 anni. Il questore quindi proporrebbe all’autorità giudiziaria di vietare il possesso e l’utilizzo di cellulari e altri dispositivi per le comunicazioni dati e voce, “quando il loro uso è servito per la realizzazione o la divulgazione delle condotte che hanno determinato l’avviso orale”.
In caso di violazione delle regole da parte del minore, è prevista una sanzione penale con la reclusione in carcere da uno a tre anni, e una multa da euro 1.549 a euro 5.164.