L’Unione Europea si prepara a vietare le caldaie a gas entro il 2040, spingendo verso soluzioni più ecologiche e sostenibili.
L’Unione Europea ha recentemente adottato nuove norme volte a ridurre le emissioni di gas serra e a promuovere soluzioni energetiche più sostenibili. Un tema molto caro, tuttavia, alla Cop28 attualmente in corso a Dubai. Entro il 2024, in Italia potremmo dover abituarci a vivere senza le caldaie a gas: cosa sta succedendo?
Il divieto delle caldaie a gas
Tra le misure adottate dall’Unione europea, vi è il divieto di produzione e vendita di caldaie a gas, che entrerà in vigore entro il 2040. Questa decisione mira a spingere verso soluzioni di riscaldamento più ecologiche e a ridurre l’impatto ambientale legato all’uso di combustibili fossili. Si evidenzia però che, per chi già possiede una caldaia a gas in casa, non esiste nessun divieto.
Le nuove norme provvisorie, varate lo scorso 7 dicembre, dovranno essere approvate da Parlamento e Consiglio, per trovare un compromesso fra tutti gli Stati membri. “Abbiamo raggiunto un risultato straordinario, un progetto per la decarbonizzazione del patrimonio edilizio a livello mondiale”, dichiara il relatore all’Europarlamento Ciaràn Cuffe.
Sebbene la misura ci offre ancora qualche anno per adattarci al cambiamento, già a partire dal 2025 vi sarà uno stop agli incentivi per l’acquisto di questi impianti. In questo modo, gli italiani saranno meno incentivati ad acquistarli, optando di conseguenza verso alternative a cui l’Ue mira di fondo.
Quali sono le alternative?
In alternativa alle caldaie a gas, l’Unione Europea sta promuovendo l’utilizzo di soluzioni di riscaldamento più ecologiche e sostenibili. Tra le alternative suggerite vi sono le caldaie a biomassa oppure quelle elettriche, fino alla scelta delle pompe di calore.
Queste soluzioni, se utilizzate correttamente, possono contribuire a ridurre l’impatto ambientale legato al riscaldamento domestico e a promuovere un uso più sostenibile delle risorse energetiche.
Le norme specificano anche l’obbligo di installare pannelli solari su tutti i nuovi edifici, gli edifici pubblici e quelli non residenziali molto grandi. Restano dunque escluse al momento le abitazioni.