Dj, Fabo, processo a Cappato: assolto. Secondo i giudici della Corte il fatto non sussiste.
MILANO – Arriva alla conclusione il caso legato alla morte di Dj Fabo. Il processo contro Cappato ha attirato e sta attirando grande attenzione mediatica perché potrebbe creare un precedente non da poco in Italia, dove l’eutanasia continua a dividere milioni di persone.
Marco Cappato assolto per il suicidio di Dj Fabo: il fatto non sussiste
La Corte ha assolto il radicale in quanto il fatto non sussiste. L’uomo era accusato di aiuto al suicidio per aver assistito e accompagnato Fabiano Antoniani, dj Fabo, in Svizzera, dove è morto.
L’accusa contro Cappato
Nel corso dell’ultima udienza i pm avevano chiesto l’assoluzione per Marco Cappato, il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni che si è mosso in prima persona per organizzare il suicidio assistito di Fabiano Antoniani (Dj Fabo).
Marco Cappato doveva rispondere anche dell’accusa di aver rafforzato in Fabio il desiderio di morire.
‘L’uomo deve poter decidere come e quando morire’
“All’individuo va riconosciuta la libertà di decidere come e quando morire”. È questo uno dei passaggi più significativi dell’Ordinanza letta dalla Corte d’Assise di Milano nel momento in cui aveva deciso di trasmettere gli atti alla Consulta.
Di fatto i giudici hanno decretato che Marco Cappato non ha in alcun modo convinto o forzato Fabio Antoniani a togliersi la vita. L’uomo sarebbe stato solo strumento ed esecutore materiale di una persona impossibilitata a muoversi per motivi di salute.
La Consulta avrebbe poi deliberato con una sostanziale apertura al suicidio assistito rimettendosi però al parlamento per un lavoro serio sulle norme legislative.